Asl addio, arriva la macro azienda

La direzione locale sarà accorpata con Lucca, Pisa, Versilia e Livorno

La bambina è stata ricoverata al "Buzzi" di Milano

La bambina è stata ricoverata al "Buzzi" di Milano

Carrara, 22 aprile 2015 - Asl addio. Arriva l’area vasta. L’azienda di via don Minzoni dal primo luglio sarà accorpata con quelle di Versilia, Lucca, Pisa e Livorno. Maria Teresa De Lauretis in pole position per il ruolo di commissario alla guida della nuova macro area fino a fine anno. Al suo posto come vicecommissario con il compito di occuparsi della nostra provincia è pronto il direttore sanitario Maurizio Dal Maso. E’ questa la medicina amara che l’assessore regionale Luigi Marroni ha fatto ingoiare alla nostra conferenza dei sindaci senza nemmeno un po’ d’acqua per buttarla giù. Unico contorno a questa riforma che sconvolgerà la sanità locale ci sarà solo un taglio complessivo alle spese per la salute della Toscana da 250 milioni di euro.

«Personalmente – ha spiegato il sindaco Angelo Zubbani ieri in commissione Sanità – non capisco le motivazioni di questa scelta. Tanto più che noi sindaci siamo stati messi davanti al fatto compiuto e c’è stato chiesto di dare subito un giudizio. Ci hanno spiegato che è stato fatto per mantenere gli standard qualitativi della sanità regionale, ma io per il momento mi sono riservato di dare il mio parere. Ci hanno comunque promesso che ci coinvolgeranno quando nei prossimi mesi si dovrà ridiscutere la legge sul servizio sanitario». Rimane intanto ancora per larghi tratti un mistero che cosa ne sarà della sanità cittadina dopo l’apertura, il prossimo 15 novembre, del nuovo ospedale di viale Mattei. Per ora l’unica cosa certa – almeno sulla carta – è la lista dei reparti e dei servizi che dovranno restare in città, ma sui tempi e i modi in cui tutto ciò avverrà nessuno sembra avere ancora le idee chiare.

A cinque mesi (estate compresa) dall’inaugurazione dell’ospedale ancora non si sa quale normativa antisismica gli interventi che saranno eseguiti al Monoblocco dovranno osservare con una differenza di costi che oscillano di 10 milioni. Non è dato sapere neppure dove andranno servizi fondamentali come la casa della salute. Il rischio concreto adesso sembra quello che il territorio si trovi impreparato, che il nuovo ospedale vada in sofferenza fin dal taglio del nastro e che i malati, una voltga dimessi dalle cure intense, non abbiano un posto dove andare. «Ho ricordato – spiega Zubbani – a Marroni i 20 o 30 milioni di euro che ci servono per la riorganizzazione del monoblocco. Non credo che il nuovo ospedale porterà grandi problemi, ma di certo servono risposte rapide dal territorio».

Claudia Laudanna