Appuntamento con una ex prima del suicidio choc

Il retroscena dalle telecamere della questura. Un amico voleva che smettesse di minacciarla

I rilievi della Scientifica (foto Alcide)

I rilievi della Scientifica (foto Alcide)

Lucca, 3 settembre 2015 - Nuovi sconcertanti retroscena sul clamoroso suicidio del 26enne lucchese sugli spalti delle Mura. La Polizia ha infatti ricostruito i motivi della presenza del giovane Nicola Barsotti davanti alla Questura la sera del 31 agosto scorso. Grazie alla visione delle immagini di sicurezza che controllano il perimetro degli uffici della Questura è stato possibile ricostruire i momenti immediatamente precedenti alla fuga del giovane, conclusasi con il triste epilogo. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, dall’analisi delle ultime telefonate rilavate dal cellulare di Barsotti, sono giunti all’identificazione di un uomo e di una donna che, quella stessa sera, sono stati ripresi dalle telecamere della Questura in compagnia del 26enne. A bordo della sua auto, Nicola Barsotti, dopo aver percorso viale Regina Margherita ha imboccato contromano via Montanara, dove ha parcheggiato, per recarsi ad un appuntamento fissato proprio fuori dalla Questura.

A richiedere l’incontro era stato un suo amico nel tentativo di convincerlo a smettere di minacciare la nuova ragazza, anche lei presente. Quello tra il 26enne di San Vito (con alle spalle una condanna a 5 anni per stalking e abusi sessuali) e la donna era l’ennesimo rapporto malato. Lui l’aveva già picchiata diverse volte, e quel pomeriggio l’aveva pregata di non lasciarlo, fino a minacciarla. Le aveva detto che aveva due coltelli con sé e che non avrebbe mai accettato la fine del loro rapporto. L’amico, temendo una reazione incontrollata, aveva chiesto un incontro chiarificatore, fissato, a garanzia di tutti, nelle vicinanze della Questura.

Quando Nicola arriva all’appuntamento è fuori di sé. L’amico cerca di calmarlo, di farlo ragionare, di convincerlo a lasciare tranquilla la ragazza. Nicola allora lancia una bottiglia contro il muro opposto del marciapiede, ma il rumore del vetro in frantumi mette in allerta l’operatore del 113 che fa intervenire subito le vicine pattuglie della Squadra Volante. Poi Nicola estrae un coltello dicendo all’amico di farsi da parte e colpisce più volte il muro. L’amico lo conosce da una vita, non crede alle sue minacce, lo esorta a discutere e tornare calmo. L’arrivo della Volante è provvidenziale per i due, ma Nicola probabilmente teme che la ragazza lo abbia denunciato. La paura di finire coinvolto in un ennesimo guaio giudiziario, delle sue eventuali conseguenze e la consapevolezza di avere due coltelli con sé lo induce a scappare. L’amico e la donna, impauriti, decidono di allontanarsi. Sapranno solo il giorno dopo – dicono - della folle fuga di Nicola e del suo suicidio sugli spalti delle Mura.

Paolo Pacini