Snai, mobilità congelata fino all'autunno

Le decisione dopo il summit di ieri all'associazione industriali

Un corteo di protesta dei lavoratori Snai

Un corteo di protesta dei lavoratori Snai

Porcari (Lucca), 29 luglio 2016 - Un patto per l’occupazione. Snai si impegna a non attivare le procedure per i trasferimenti e gli esuberi (54 previsti a Porcari su 90 a livello nazionale e 25 trasferimenti), congelando la mobilità almeno fino all’autunno, alla chiusura dell’iter della fusione con Cogetech, Cogemat, Cogemat Gaming e Azzurro Gaming. I sindacati privilegiano la strada del dialogo e del confronto, accettato da Snai, con proposte concrete che prevedano l’analisi degli orari di lavoro e l’eventuale adozione di ammortizzatori sociali specifici come il contratto di solidarietà o il cambio di mansione e di incarico, previo corso di aggiornamento, per chi rifiuterà il trasferimento. Tutto ciò senza azionare scioperi o manifestazioni di protesta. Un delicato equilibrio che è emerso dal summit tecnico di ieri nella sede di Assoindustriali, dove si è discusso di quelle cifre emerse nell’incontro dello scorso 19 luglio a Roma.

Il 2 agosto le parti si rivedranno a Milano, completando i vertici di questo triangolo dove l’azienda ha punti attivi sul territorio. Il 7 settembre altro appuntamento a Lucca con la stesura di un piano sugli orari di lavoro che finora era mancato, mentre il 15 settembre ci sarà l’assemblea plenaria. Le tappe future di questa vertenza ormai sono scolpite. «La fotografia dell’attualità non è detto che sarà il futuro. Il rilancio di questa joint venture, con un core business particolare, nell’ambito del gioco e dell’intrattenimento dove comunque si devono scalare di nuovo posizioni di mercato con una concorrenza agguerrita, deve passare attraverso l’occupazione – dichiara Massimo Braccini segretario regionale Fiom – soprattutto se si arriva da perdite di 250 milioni circa in cinque anni. I trasferimenti per il momento si potrebbero ammortizzare facendo un sondaggio se vi fossero volontari disposti ad un simile cambiamento.

«Altrimenti si potrebbe agire su una modifica di mansioni a seconda delle esigenze, attraverso una formazione del personale che comunque rimarrebbe come un valore aggiunto di professionalità, ragionando in un’ottica di gruppo altrimenti l’impresa dovrebbe risolvere problemi di logistica, trovando ad esempio appartamenti per chi subisce lo spostamento di sede. Sugli esuberi si possono affrontare i problemi con un quadro preciso dei tempi di occupazione dei dipendenti nei vari settori e con ammortizzatori sociali ad hoc, la solidarietà in primis». Gli scenari per gli addetti si riducono a tre: licenziarsi, magari con incentivo all’esodo per coloro che hanno età pensionabile; trasferirsi ma con bonus per agevolare il trasloco, cambiare mansione e rimanere a patto che alcuni di quei 10 lavoratori che si mormora dovrebbero spostarsi da Roma a Porcari, cambino anch’essi incarichi e compiti. Per i contratti a tempo determinato con scadenza 31 luglio invece niente da fare.