«Pecora Nera», sul web «impazza» il video-appello contro la chiusura

Migliaia di contatti per sostenere il ristorante che dà lavoro ai disabili

Lo staff della Pecora Nera

Lo staff della Pecora Nera

Lucca, 26 luglio 2016 - Un successo incredibile, ma, inutile girarci intorno, ora bisogna passare dal dire al fare. Il video postato su Facebook dai ragazzi disabili che lavorano al ristorante Pecora Nera di piazza San Francesco, giunto ormai a pochi giorni dalla chiusura, sta commuovendo migliaia di persone. In nemmeno un giorno di pubblicazione ha raggiunto 55mila utenti, con oltre 30mila visualizzazioni, 300 «mi piace» e, soprattutto, 1400 condivisioni. Una sorta di passaparola dei tempi nostri, con ogni utente che prova a fare da megafono tra amici e conoscenti per garantire un futuro al uno dei cinque locali in Italia che impiegano, all’interno di un preciso progetto sociale, ragazzi disabili. Sui social, in tanti sottolineano la qualità del cibo e del servizio offerto alla Pecora Nera. C’è chi si offre gratuitamente come chef e chi sottolinea l’importanza di questo esperimento che va avanti dal 2007, dando lavoro a sette ragazzi disabili e altre quattro persone.

«Questi ragazzi sono veramente l’orgoglio della ristorazione – commenta un utente – e se tutto il problema sono le spese sostenute ,che il comune li aiuti come paga le cooperative che gestiscono gli arrivi degli extracomunitari, ma siccome lì c’è chi guadagna fior di quattrini allora tutto va bene, mentre questi ragazzi che si fanno il mazzo tutto i giorni non portano guadagni agli altri, allora è giusto che se ne tornino a casa!».

Un concetto condiviso anche da altri utenti, che chiedono un intervento diretto delle istituzioni prima che la scure della chiusura, fissata per il 31 luglio dopo che è stata messa in liquidazione volontaria la cooperativa, si abbatta definitivamente su questi ragazzi e su un sogno, quello di una vita vissuta affrontando la sfida del lavoro, che va difeso.

E il Comune? Il sindaco Tambellini è prudente. Conscio delle tensioni che si sono manifestate tra la cooperativa e Anffas Lucca, che a suo tempo aveva creato la cooperativa ma che ha deciso di uscirne non rendendosi più disponibile per ulteriori ripianamenti, offre disponibilità, ma non soluzioni. Almeno per ora.

«Siamo disponibili a lavorare per una soluzione – spiega Tambellini – anche se la situazione è complicata per i problemi interni. Ci stiamo provando a attivare nell’interesse di chi ci lavora, ci sono contatti, ma è chiaro che il Comune non può pensare di intervenire direttamente con un contributo». Ipotesi di contributo dalla Fondazione Cassa non paiono del tutto da scartare. Dal complesso di San Micheletto, quartier generale della Fondazione, informalmente, fanno presente che se si tratta di dare una mano a situazioni di impegno sociale non si sono mai tirati indietro. Come dire: chiedete, e vedremo. Ma si ricorda pure che la Fondazione ha stanziato 720mila euro in pochi anni per la sede di Anffas, 40mila per le serre di Carraia, 25mila (negli ultimi anni) proprio per coprire il disavanzo della Pecora Nera e nel giardino degli Osservanti sorgerà un bar gestito proprio da Anffas. Come a dire: la nostra parte l’abbiano fatta e la faremo. La profonda frattura tra la cooperativa e Anffas non semplifica la ricerca di soluzioni