Indennità negate ai malati di cancro: "Che fine fanno i fondi Inps?"

Esposto Aducons in Procura: "Domande respinte senza motivazione"

Una sede dell'Inps

Una sede dell'Inps

Lucca, 27 maggio 2016 - Che fine fanno gli ingenti fondi, oltre 17 miliardi di euro, che il governo ogni anno invia all’Inps che dovrebbe destinare come assegni di accompagnamento e assistenza sanitaria agli invalidi civili ultra 65enni gravi al 100%? Se lo chiede Franco Stepic consulente dell’Associazione dei Consumatori di Lucca (Aducons-Toscana) di Lucca che ha chiesto alla Corte dei Conti di indagare, perché secondo lui, appunto i conti non tornano proprio. A far traboccare il vaso, se così si può dire, è stato un caso che il consulente ha seguito a fine dello scorso anno, di un lucchese malato di cancro ai polmoni , al quale è stata ripetutamente negata la dovuta assistenza richiesta ai sensi della legge 509/1988. Rifiuto peraltro mai motivato dai funzionari Inps anche in aperta violazione alla legge 241/1990 (diritto alla trasparenza amministrativa). Secondo l’Aducon Toscana ne aveva diritto.

«Purtroppo - spiega Stepic - la persona è deceduta. Sarà il giudice del lavoro del Tribunale di Lucca stabilire adesso se i superstiti costituitisi in causa hanno diritto o no a ricevere il risarcimento dovuto al coniuge, per potersi in vita curare». Si domanda il consulente Stepic Franco dove vanno a finire i 17miliardi di euro destinati alle Regioni e alle locali sedi Inps in favore degli invalidi civili ultra 65enni invalidi civili gravi al 100%, dal momento che tutte le domande amministrative vengono respinte dall’Inps. Franco Stepic in ogni caso ha denunciato alla Procura della Repubblica di Lucca e alla Corte dei Conti, tramite la Stazione dei carabinieri di S. Concordio. «Siamo convinti che la nostra richiesta potrà andare a buon fine - sottolinea – invitiamo quindi gli invalidi civili ultra65enni gravi al 100% che di vedono respingere le richieste di assegno di accompagnamento e assistenza a rivolgersi all’Aducons Toscana in via del Crocifisso 4, (tel. 0583.582621) per presentare tutti gli atti necessari per il riconoscimento di questo diritto».