Malasanità, boom di richieste di risarcimento: oltre cinque al mese

I medici corrono ai ripari, ecco la tutela più efficace secondo Cisl

Alcuni medici

Alcuni medici

Lucca, 28 agosto 2016 - Il caso più eclatante è stato quello dell’espianto del rene sbagliato, all’ospedale S.Luca. Ma Gloria, sulla pagina social dell’ospedale, ricorda anche quello di un paziente 80enne a lei caro, dimesso qualche settimana fa dal reparto urologia, cateterizzato senza una diagnosi precisa «in attesa di essere richiamato per fare cosa non si è ancora capito. Le diagnosi – dice – erano tutti i giorni diversi. L’unico modo per capire la cosa era eseguire una uretroscopia che non hanno fatto adducendo la colpa ad un guasto del macchinario. La morale è che il paziente che fino a 20 giorni prima era autonomo e abitava da solo, adesso si ritrova improvvisamente in un’altra sede domandandosi davanti allo specchio “Come sono ridotto ..cosa succederà“».

E’ il tipico antefatto di una possibile richiesta di risarcimento: 64 pratiche nell’arco del 2015, di cui 10 accolte e liquidate. I medici corrono ai ripari, perchè se è vero che in prima battuta è l’Asl, in seguito l’azienda stessa è obbligata a rivalersi sul dipendente che ha causato il danno. «L’Asl – spiega la dottoressa Maria Grazia Simoni, delegata Cisl comparto sanità ambieto territoriale di Lucca – è tenuta a richiedere quanto già pagato al danneggiato, nel caso in cui vi sia stata condanna, con sentenza della Corte dei Conti nei confronti del dipendente, per aver commesso il fatto dannoso con dolo o colpa grave». La «ricetta» del collega Casciani, referente UIl, secondo Maria Grazia Simoni, è attuabile solo in parte secondo.

«Diversamente da quanto dichiarato dal Casciani – spiega – i cittadini non possono “aggredire le polizze assicurative degli operatori sanitari”, essendo dette polizze a garanzia dello specifico rischio “colpa grave”. Inoltre, la responsabilità per colpa grave è storicamente una responsabilità alla quale sono soggetti tutti i dipendenti pubblici. Dunque non è una novità». «Semmai per completezza di trattazione, una precisazione va fatta sulla diversa responsabilità derivante dallo svolgimento di attività di tipo assistenziale, a cui è soggetto il personale infermieristico, OSS tecnici di radiologia ecc., da quella di tipo gestionale, a cui è soggetto il personale infermieristico con incarico di coordinamento. In questo caso le polizze assicurative presenti sul mercato, fanno una distinzione tra “responsabilità sanitaria”, nel primo caso e “responsabilità patrimoniale” nel secondo. La polizza “colpa grave sanitaria” non garantisce quindi la “Capo Sala” la quale per non rischiare con il proprio patrimonio, deve stipulare una polizza “colpa grave patrimoniale»

 La Cisl Fp ha dunque optato «per un prodotto assicurativo in convenzione con l’organizzazione sindacale che – sottolinea Simoni – , compartecipando al premio annuo va ad alleggerire il costo che il dipendente deve pagare come premio che ammonta, per una polizza colpa grave sanitaria, a 35 euro l’anno in presenza di trasparenza di condizioni economiche e normative rappresentate dai 5 milioni di euro di massimale e 10 anni di retroattività».