Caffè pagato col bancomat, associazioni in rivolta: "Normativa da cambiare"

"Le regole sono tutte da rifare"

Gran parte dei locali hanno i ‘Pos’ ma molti evitano i micro pagamenti

Gran parte dei locali hanno i ‘Pos’ ma molti evitano i micro pagamenti

Lucca, 18 ottobre 2017 - Pagare tutto, anche il caffè, con bancomat o carta di credito: nessun problema per i commercianti a patto che il gioco valga la candela, abbassando le commissioni previste per ciascuna transazione. E come dargli torto? Insomma, ‘strisciare’ un euro per poi lasciarne alla banca una buona parte, fra le varie commissioni da pagare, si può tradurre a fine anno in oltre mille euro di incasso in meno nelle tasche dei commercianti. Una tassa sulla tassa che finisce per colpire una categoria che, spesso e volentieri, si trova già con l’acqua alla gola. E’ stato un coro unanime quello che abbiamo raccolto con la nostra inchiesta, voce dopo voce, sia nel centro storico di Lucca, dove ormai il ‘Pos’ è installato in quasi tutte le attività commerciali, sia nella Piana e nella Valle del Serchio: il Pos va bene, anzi, addirittura conviene perché riduce la quantità di contante in circolazione e, così, il rischio di furti e rapine, ma per acquisti che superino almeno i 10 euro. Forzare il suo utilizzo per qualsiasi importo a partire da gennaio, come previsto nel disegno della nuova legge di bilancio, pena una multa da 30 euro, può diventare controproducente. Ed ecco la semplice richiesta che i commercianti e le associazioni di categoria lanciano al governo: abbassare, o azzerare, le commissioni per i piccoli importi e, al tempo stesso, eliminare anche la sanzione di 30 euro: un inutile spauracchio che non agevola gli esercenti e acuisce lo scontro sociale.

Francesco Scolaro