L'Inps porta il conto: 30mila euro: "Un altro cappio, io avevo pagato"

Enrica Scatena, ex insegnante, annuncia un'aspra battaglia legale

Enrica Scatena

Enrica Scatena

Lucca, 27 agosto 2015 - «Questo Stato ci vuole bastonare, mortificare, offendere. Ci vuole far morire». Enrica Scatena, ex insegnante e ex dipendente Inps, ci apre la porta di casa con in mano l’atto di precetto dell’Inps, ricevuto il giorno prima. Una nuova richiesta di quasi 30mila euro. Una mazzata, di fronte alla quale Enrica non sapeva più se ridere o se piangere. La sua colpa è quella di essere una dei mille docenti in Italia che nel 1998, in base a un accordo di mobilità, traghettarono dalla scuola – è stata insegnante anche a Castelnuovo - all’Inps.

Da sei anni vive in un incubo, da quando cioè il semplice ricongiungimento dei due periodi lavorativi ai fini pensionistici, è diventato un rompicapo, che ogni regione, tra l’altro, tratta secondo criteri e leggi proprie. Due pesi e due misure: per qualcuno non è un problema, per altri invece sì. Come nel caso dell’Inps di Lucca. «Mi chiedo se siamo impazziti – si sfoga Enrica – . Sono tornati a chiedermi soldi, senza un perchè, e per giunta una cifra folle di 30mila euro. Sembrano essersi dimenticati che sono anni che mi viene trattenuta all’origine la cifra di circa 300 euro su ogni assegno mensile della pensione, un pegno che sono costretta a pagare per questa assurda pretesa dell’Inps di recuperare l’indennità di anzianità corrisposta, secondo loro, ingiustamente. Per far fronte al salasso ho venduto l’auto, vado a piedi, e ho subaffittato la camera, oltre a vivere in un clima di totale austerity. Mi ero quasi abituata a tirar giù la pillola amara. E ora mi arriva una nuova richiesta che non ha motivo d’essere».

La richiesta dell’Inps, secondo quanto si apprende dall’atto di precetto, discende da una sentenza della Corte d’Appello del 2010. «Tornano a chiedermi per la seconda volta gli stessi soldi. Mi sento una perseguitata, ma il coraggio di denunciare a tutti i livelli questa situazione non mi manca». Enrica, sangue siciliano, è battagliera, su questo non c’è dubbio alcuno. Del suo caso ci occupammo già nel marzo dello scorso anno. «Non ho niente da perdere, lo sappiano quei signori. Non la reputazione: chi mi ha conosciuto mi stima. Non i soldi: non ne ho più. Purtroppo neanche la salute, ne ho persa molta in questo tragitto del non senso». Non è stata con le mani in mano neanche 24 ore. Ha sentito il proprio avvocato, e intende andare a fondo. «Nessuno mi spiega il perchè di questo allucinante gioco al ’raddoppio’ da parte dell’Inps. Ma sto raccogliendo tutti gli elementi che mi serviranno per avanzare richiesta di risarcimento danni morali e per le ripercussioni sulla salute. Voglio campare cent’anni, fosse solo per vedere come andrà a finire».

Laura Sartini