Qui Stazione, terra di nessuno. «Ormai sono costretto a lavorare tra ladri e sbandati»

Parla Tortorelli, titolare del bar buffet. Viaggio nelle criticità dei nostri quartieri. Segnala a [email protected] di Monica Dolciotti

La stazione di Livorno

La stazione di Livorno

Livorno, 20 novembre 2014 - La stazione ferroviaria è la terra di nessuno specie la sera. E l’unico posto più sicuro è il bar buffet gestito da Gabriele Tortorelli e dal suo staff di nove dipendenti. «La mia famiglia, attraverso la Società Gerba Srl, da settanta anni svolge questo mestiere. Ma negli ultimi tempi lavorare è diventato sempre più difficile». Gabriele porta avanti il bar buffet della stazione in piazza Dante dal 1973. «fino a dieci anni fa avevo 35 dipendenti. Nel tempo la maggior parte ha lasciato per varie ragioni e anche perché venire a lavorare alla stazione è poco sicuro». «Troppi balordi, ubriachi molesti – dice Gabriele – , senza tetto ed extracomunitari violenti e arroganti. Gli agenti della Polfer sono pochi e il servizio di vigilanza è stato ridotto». Così Gabriele è stato costretto ad installare telecamere a circuito chiuso nei locali in cui si trovano bar e buffet. «Una iniziativa che ha dato i suoi frutti – ci racconta – perché grazie ai filmati sono stati acciuffati borseggiatori e aggressori che hanno derubato, o molestato i viaggiatori in transito alla stazione». Ma nonostante questo accorgimento le cose non sono affatto migliorate. «Quando fa buio sono costretto a lasciare a casa il personale femminile – spiega – e a far lavorare solo il personale femminile. E alle 21 dobbiamo chiudere sempre per motivi di sicurezza, mentre prima rimanevamo aperti fino alla mezzanotte. E questo ha avuto ripercussioni sugli incassI». Di recente “Sono avvenuti furti di borse ai danni dei viaggiatori specie donne, sono sparite valigie e io sono stato vittima di una aggressione nel mio locale». 

Un nordafricano sbandato, che bazzica la stazione, ha inveito contro di lui e lo ha colpito al volto.«Ssolo perché gli ho chiesto di non uscire dalle porte anti-panico. Ho chiamato la polizia e mi ha detto che poteva procedere contro di lui solo se mi facevo refertare al pronto soccorso e sporgevo denuncia. Visto però che non avevo ferite ho rinunciato. E anche l’avessi fatto che certezza avevo che sarebbe stato mandato via dall’Italia». Intanto i passeggeri continuano a cercare rifugio al bar buffet di Gabriele. «Almeno fino a quando rimarremo aperti...». 

E aggiunge: «A complicare le cose c’è anche la società Cento Stazioni che gestisce il patrimonio immobiliare di Ferrovie. A questa società paghiamo l’affitto di 120 mila euro l’anno. Nel contratto però c’è una clausola: siamo tenuti a pagare a Cento Stazioni il minimo garantito, cioè una quota di almeno due terzi di affitto anche se i nostri incassi sono diminuiti. E se gli incassi superano le previsioni c’è una maggiorazione del 12%». La Gerba Srl ha chiesto di modificare il contratto «ma ci è stato che risposto che se non ci va bene ce ne possiamo andare». Gli affari in effetti vanno peggio: «“Un po’ per la crisi, il taglio dei treni e lo spostamento dei pullman dei croceristi da piazza Dante in via Masi, le nostre entrate tra giugno e agosto sono calate di 70 mila euro. Come si fa ad andare avanti?».