Eni venderà la raffineria nel 2015: "Aspettiamo il piano industriale"

Era interessato un gruppo latino americano, ma... / Il viceministro De Vincenti: "Lo stabilimento Eni non chiuderà" / La protesta dei livornesi a Roma (foto)

Raffineria Eni di Livorno, la protesta degli operai (Foto Novi)

Raffineria Eni di Livorno, la protesta degli operai (Foto Novi)

Livorno, 25 ottobre 2014 - NEGLI AMBIENTI economici circola la voce che Eni «per il 2015 prevede già una gestione della raffineria di Livorno per conto terzi». Tradotto significa che: ha già pianificato la sua vendita. Sulla quale il Governo al tavolo del ministero dello sviluppo giovedì ha sì fatto la voce grossa con il vice ministro De Vincenti che ha detto «sarà venduta solo a condizione che l’acquirente abbia le credenziali auspicate» cioè «proseguire con la raffinazione e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali nel piano industriale». Ma non ha detto un secco no. Che ha invece pronunciato sull’ipotesi peggiore: la chiusura, o la trasformazione in deposito. Intanto alla vigilia del tavolo governativo di giovedì si era affacciato all’orizzonte un gruppo latino americano che ha poi fatto retromarcia vista la brutta aria che tirava...

NELLA BATTAGLIA per la raffineria Eni Alessandro Franchi presidente della Provincia, l’assessore al lavoro del Comune Francesca Martini e il sindaco Lorenzo Bacci di Collesalvetti formano il «tridente» delle istituzioni locali. Su questi temi ieri a bocce ferme hanno voluto di nuovo porre l’accento sul fatto che «Eni ha confermato che non chiuderà a Livorno, però sta valutando la vendita a soggetti terzi. E la prevederà nel suo piano industriale dove saranno incluse anche le analisi di dettaglio richieste dal Governo e che illustrerà tra un mese al tavolo dovernativo che è stato riconvocato». Invece sul tavolo nazionale per la raffinazione «il governo approfittando del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea — ha puntualizzato Franchi — affronterà la questione allargandola ai partner europei». Per il sindaco di Colle «è impensabile la chiusura della raffineria. Così come dare altre destinazioni d’uso alle aree Eni viste le procedure di bonifica di questo che è un Sin, cioè sito di interesse nazionale». Poi da renziano di ferro sul nuovo modello di Provincia ne ha esaltato «le maggiori capacità propositive che potrà esprimere sulla vertenza Eni». Ma la Martini ha sottolineato che «servono soluzioni in tempi brevi mettendo quello che abbiamo inclusi porto e università della logistica».