Razzauti, i colli si allungano nel segno di Dedo. «Nelle mie foto i volti rivivono i canoni anni ’20»

L'artista livornese celebra il nostro "maudit" a 130 anni dalla nascita con il progetto "Modiglianìzzati". Bella personale con quasi 40 opere al Rivellino di San Marco durante l'evento di "Effetto Venezia"

Fabrizio Razzauti e una delle sue opere

Fabrizio Razzauti e una delle sue opere

Livorno, 24 agosto 2014 - «Modiglianìzzati» è un progetto che trasforma una comune fotografia in un ritratto dai canoni stilistici tipici del grande Amedeo. Nasce dall’idea di Fabrizio Razzauti, 37enne livornese doc, che da appassionato del nostro «maudit» vuol festeggiarne i 130 anni dalla nascita. «La fotografia è la mia vera seconda pelle, così con l’ausilio di Photoshop riporto in vita la cifra stilistica del livornese più famoso al mondo. Inizialmente ho fatto molte prove, c’è voluto tempo per calibrare e adattare il programma di grafica. Ora però che ho preso la mano riesco a “modiglianizzare” una fotografia in un’ora o giù di lì», (in foto una delle opere). Come fare per subire il processo di trasformazione e rendersi immortali? Semplice, ciclicamente sulla pagina Facebook di Razzauti, che alterna lavoro e passione, viene aperto un «casting» volontario. «Io segnalo una giornata “enogastronomica”, che generalmente coincide con la domenica — spiega — In casa ho un piccolo studio. Mentre per gli uomini ci vogliono pochi attimi per perfezionare lo scatto, per le donne è un po’ più complesso dal momento che bisogna preparare abbigliamento e acconciatura. Così, nel giorno stabilito, tra un buon bicchiere e un po’ di cibo con quattro chiacchiere, si passa l’intera giornata con la scaletta delle trasformazioni e piano piano si realizzano i ritratti da elaborare». Razzauti e la sua «Modiglianìzzati mania» sono stati recentemente protagonisti di una bella «personale» al Rivellino di San Marco in Venezia, dove durante la manifestazione clou dell’estate labronica «Effetto Venezia», quasi 30 opere sono state esposte tra i tavoli del nuovo risto-teatro nel quartiere simbolo della città. «E’vero, al Rivellino una bella mostra durante le serate della festa, anticipate da un “test” nel mese di giugno. Sono state esposte 26 opere, ma ne ho già pronte un’altra decina e in tutto all’orizzonte saranno oltre un centinaio. — prosegue Razzauti — Ora sto pensando anche a nuovi progetti, sempre al fianco di Modigliani, ma abbandonando un po’ il mondo del ritratto per rinnovare lo stile». Il vulcanico livornese non lavora da solo: «Grande impegno delle mie assistenti (una truccatrice, una parrucchiera e un’addetta alla cura dell’abbigliamento sul set fotografico). Abbiamo fatto una ricerca non solo dal punto di vista pittorico ma anche della moda, per calarci alla perfezione nel mondo anni ’20. Quest’estate sto portando in giro fuori dai nostri confini il nome di Modigliani, ora sono in zona Grosseto. In futuro, magari nei nuovi progetti, vorrei coinvolgere qualche nome noto livornese, nel segno dell’arte».

Irene Carlotta Cicora