"L'alternativa al cavalcavia di via degli Acquedotti è un sottopasso di 200 metri"

L'ingegner Cicora spiega nel dettaglio il progetto presentato alla sede della onlus Terme del Corallo

Il progetto visto dall'alto

Il progetto visto dall'alto

Livorno, 27 luglio 2016 - "La soluzione che proponiamo è un tracciato che nascendo dalla rotatoria di piazza Dante si distacca dalla via degli Acquedotti scendendo e attraversando in sotterraneo il parco fino ad imboccare il sottopasso del fascio di binari di stazione. Poi, superata la via Banti, risale per superare il Rio Cigna grazie a una prima sua tombatura; si dirige poi verso valle costeggiando il complesso delle Due Torri e grazie a una seconda tombatura supera di nuovo il Rio Cigna per ricongiungersi infine con la via degli Acquedotti". L'ingegner Francesco Andrea Cicora spiega nel dettaglio il tracciato e il suo progetto, nato "per amore della città". "Questo tracciato è basato quindi sulla esecuzione di un sottopasso del fascio di binari di stazione, passante a circa 40 metri dal termine delle pensiline lato nord e verrebbe realizzato con una tecnica a spinta a basso impatto - che è già stata impiegata in molti altri casi di attraversamento di stazioni in Italia - Si tratta di una nostra metodologia brevettata, basata sull’applicazione di uno speciale “scudo metallico” montato anteriormente al sottopasso che dovrà essere pre- costruito a lato, e consente di sottopassare i binari mantenendoli in funzione senza doverli dotare di ponti o strutture di sostegno provvisorio. Il che si traduce in forti economie: dirette, visto che il solo sostegno provvisionale di 13 binari avrebbe un costo elevatissimo, e indirette, nel senso che la soggezione sul normale esercizio ferroviario sarebbe particolarmente ridotta, e quindi con forte abbattimento dei relativi oneri richiesti dalle Ferrovie".

"Il sottopasso proseguirà con una parte costruita in opera fino a una lunghezza complessiva del tunnel di circa 200 metri interrotti all’altezza di via Orosi da una “finestra” di areazione. Il cantiere di pre-costruzione e di spinta sarebbe collocato fra la via Banti e il Rio Cigna in una parte dell’area occupata dai ruderi dell’edificio industriale attualmente di proprietà CTT lungo il confine con l’area delle Poste. Il tratto da spingere sotto i binari verrebbe realizzato in due settori: il primo, lungo circa 65 metri, sufficiente a giungere fino alla banchina fra il 2° e il 3° binario, dopo di che verrebbe aggiunto in coda il secondo settore di 25 metri - conclude Cicora - Seguirà la spinta dei due settori solidarizzati, fino a superare la banchina del primo binario; da questo punto in poi il tunnel verrebbe costruito in opera fino al superamento di via Orosi e di gran parte del parco a verde. Allo scopo di ridurne l’impatto, il tratto di attraversamento del parco verrebbe realizzato mediante diaframmi o cortine di micropali, con soletta di copertura finale e ripristino del mantello erboso; seguirà l’esecuzione delle due rampe di estremità. Una volta che l’intero nuovo tracciato sarà completato e aperto al traffico si potrà chiudere il cavalcavia per iniziarne l’opera di demolizione e smontaggio che avverrà con impatto praticamente nullo sulla vita della città. Una cura particolare dovrà essere dedicata alle opere di inserimento paesaggistico e di finitura, adottando soluzioni di elevato pregio estetico, ovvero superando il concetto di mera utilità, troppo spesso perseguito per questo tipo di opere. Questo nell’ottica di intenderne la realizzazione come imperdibili occasioni di “arredamento” del territorio. Terminata l’eliminazione del cavalcavia, sulla sua proiezione si potrà eseguire un ulteriore sottopasso, per il traffico ciclopedonale.