Elia morto durante la gita all’Expo di Milano: «La caduta non fu accidentale»

Il pm Piero Basilone ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo aperto dopo la tragedia del 15 ottobre 2015: «La marijuana che il 17enne aveva fumato ha solo acuito lo stato depressivo: gesto volontario, non ci sono altri colpevoli»

Una bella foto di Elia Barbetti, 17 anni, studente del Liceo Fermi di Cecina, dal suo profilo Facebook

Una bella foto di Elia Barbetti, 17 anni, studente del Liceo Fermi di Cecina, dal suo profilo Facebook

Cecina - San Vincenzo (Livorno), 2 luglio 2016 – Nessuna caduta accidentale dovuta a un malessere causato dalla droga. Fu un gesto volontario, espressione di un disagio e di una profonda tristezza che si sono rivelate insopportabili, uno stato depressivo acuito dall’aver fumato marijauna. Elia Barbetti, 17 anni di san Vincenzo, in gita a Milano con i com pagni del liceo scientifico di Cecina per visitare Expo, quella notte del 15 ottobre scorso si è lanciato volontariamente dalla finestra dell’albergo di via Stamina d’Ancona in cui alloggiava con gli altri ragazzi della sua classe di liceo. Il pm Piero Basilone ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo aperto dopo la sua morte e nella richiesta è allegata la relazione che descrive quanto è successo quella notte. Il 17enne è morto sul colpo battendo la testa sul muro che divide il giardino dell’albergo da quello dell’azienda attigua. È morto in un lasso di tempo che va tra le 2.30 di notte, quando un vigilantes aveva controllato quegli spazi e le 5.30, quando, al secondo giro, si è accorto del corpo del giovane a terra. Tutte le risultanze delle indagini - si legge ancora nella richiesta - conducono a escludere con certezza che altre persone ( gli amici della gita) siano coinvolte in questa azione. Così come nessuno è entrato o uscito dalla camera numero 607 al sesto piano dell’albergo, prima o dopo la sua morte. Significativi i rilievi della Scientifica che non lasciano dubbi. Elia quella sera aveva fumato 4 spinelli, era lievemente alterato, il quantitativo di marijuana nel sangue avrebbe potuto allentare i suoi freni inibitori. Tra le 2 e le 4 avrebbe alzato la tapparella della camera da letto, mentre gli altri tre amici dormivano già. È salito sul davanzale, è rimasto in piedi per un po’ di tempo. Poi si è lanciato. Lo dimostrano le imponte della mano destra lasciate sulla finestra, le dita sono all’interno, il pollice all’esterno. Ed è la mano con cui si è tenuto stretto, prima di lanciarsi. Indossava calzini di spugna che gli hanno impedito di lasciare tracce sul davanzale. Nella caduta ha battuto la testa sul muro divisorio e anche un fianco, poi è rimbalzato nel cortile della azienda attigua. Il rimbalzo è ripreso dalle telecamere dell’azienda. La distanza tra la finestra e il punto in cui è morto è di 9 metri, impossibile da raggiungere senza una piccola spinta.

Mario Consani Anna Giorgi