"Non vogliamo immigrati nel nostro condominio"

Marina di Cecina: rivolta in via Perugia tra residenti e Arci

Le palazzine in via Perugia che il proprietario vuole affittare ai richiedenti asilo

Le palazzine in via Perugia che il proprietario vuole affittare ai richiedenti asilo

Cecina (Livorno), 25 ottobre 2016 - “Ci siamo recati alla sede dell’Arci per incontrare la presidente Claudia Franconi e spiegarle che non accettiamo il fatto che un gruppo di dieci immigrati venga alloggiato in due appartamenti nel nostro condominio. Abbiamo esposto tutte le nostre ragioni ma la signora Franconi non ci ha dato ascolto, dandoci dei razzisti e confermando che Arci andrà avanti forte dell’accordo con il proprietario dell’immobile. Ma noi non staremo a guardare e costituiremo un comitato perché non accettiamo assolutamente questa decisione”. A parlare è Monica Sandri, che si è fatta portavoce di una dozzina di condomini che vivono in una palazzina in via Perugia a Marina di Cecina e ai quali nei giorni scorsi è stato comunicato l’imminente arrivo di un “contingente” di nuovi vicini di casa provenienti da Eritrea e Malawi. “Ad avvertirci è stata una dipendente dell’Arci che vive nel nostro condominio – prosegue la donna –, altrimenti nessuno si era fatto avanti per informarci. Forse se non era per lei ne saremmo venuti a conoscenza solo a cose fatte…”.

Fatto sta che nel primo pomeriggio di ieri una delegazione composta da dodici residenti nella palazzina in via Perugia si è recata negli uffici di Arci Bassa Val di Cecina per chiedere lumi sulla vicenda. “Abbiamo preteso spiegazioni – spiega Monica Sandri –, perché a nostro avviso quelle persone rappresentano un rischio per la sicurezza. Non li vogliamo e siamo stufi di subire le decisioni prese dal proprietario del condominio che pensa solo al profitto. Non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione, già in passato aveva affittato alcuni appartamenti, sempre grazie ai buoni rapporti che ha con il Comune e con l’Arci, ad immigrati africani e curdi che si sono comportati molto male durante la loro permanenza con schiamazzi, tappeti lavati nel piazzale e persino un montone tenuto in garage… E quando noi condomini ci lamentavamo loro minacciavano di dare fuoco alle nostre case”. 

Tuttavia l’incontro con la delegata Arci non ha prodotto gli effetti sperati. “Non abbiamo ottenuto niente – conclude la signora Sandri –. Anzi, la Franconi ci ha persino offeso definendoci razzisti. Ma anche noi abbiamo detto la nostra, ovvero che il suo comportamento è solo motivato dal business che deriva dalla gestione degli immigrati. A quel punto si è messa a piangere e mi ha cacciata dalla stanza. Ma noi proseguiremo la nostra battaglia creando un comitato che sarà sostenuto anche dalle forze politiche che la pensano allo stesso modo. Queste persone non sono profughi che scappano dalla guerra, ma gente che campa a spese nostre”.