La guerra dell'acqua. "Abbiamo pagato troppo"

Gelo Acam-Sat: si rischia il maxi-conguaglio

Lavori

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La Spezia, 23 novembre 2016 -  UNA guerra dell’acqua che rischia di interessare anche le tasche dei cittadini, tra tariffe non riconosciute e un ricorso giudiziario che potrebbe sfociare in un maxi conguaglio a carico di famiglie e aziende. E’ lo scenario dello scontro, destinato ad essere animato dalle carte bollate, tra Acam Acque e Sat, la Società acquedotti tirreni che detiene la proprietà di diversi pozzi d’acqua potabile utilizzati dalla stessa Acam per l’approvvigionamento della materia prima da portare nelle case dei cittadini e nelle aziende. Tutto ruota attorno ai costi che regolano l’acquisto dell’acqua da parte di Acam, e che la stessa azienda riversa sulle bollette a carico dei cittadini. Nei giorni scorsi, Acam Acque ha inviato una missiva alla società spezzina comunicando l’intenzione di congelare i pagamenti legati all’accordo temporaneo stipulato dalle parti nel 2012 (in attesa che l’Autorità garante stabilisse tale tariffa) che prevedeva un pagamento di un prezzo di partenza di venti centesimi per ogni metro cubo d’acqua prelevato dai pozzi di Sat. Una decisione presa sulla base di una interpretazione della deliberazione dell’autorità garante, la Aeegsi, inerente le tariffe del servizio idrico integrato dell’Ato spezzino per il periodo 2016-2019, nella quale si evince che il prezzo da applicare a Sat sarebbe più basso di quello dell’accordo tra le due aziende. Ovvero, quasi la metà.

Sat, di contro, non sembra intenzionata a fare ‘sconti’. Anzi, starebbe organizzando un ricorso al tribunale amministrativo regionale per impugnare la delibera dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Uno scontro il cui esito potrebbe costringere gli spezzini a rimettere mano al portafogli per coprire i costi per l’acquisto dell’acqua sostenuti da Acam per il periodo 2012-2015, secondo il principio della legge di settore per cui la tariffa deve coprire per intero i costi. In ballo ci sono 1,6 milioni di euro, già fatturati da Sat ma che Acam Acque ritiene di aver pagato in eccedenza. L’azienda della multiutility spezzina, che per il quadriennio 2012-2015 (durante la fase transitoria tra il vecchio sistema tariffario e quello nuovo, e in attesa di un pronunciamento dell’Aeegsi sui tali costi) aveva sempre riversato in bolletta solo parte dei costi sostenuti con Sat, ossia 10 centesimi a m/c, nel caso di pronuncia sfavorevole del Tar si ritroverebbe nelle condizioni di dover obbligare i cittadini a pagare un conguaglio. Diversamente, se i giudici del tribunale amministrativo dovessero confermare l’impostazione dell’Aeegsi, Acam Acque si rivarrebbe nei confronti di Sat. Di certo, il contenzioso non riguarda le nuove tariffe approvate fino al 2019, già allineate con quanto stabilito dall’Aeegsi.