Tragedia di Roselle, silenzio e lacrime per l’ultimo straziante saluto al piccolo Lorenzo

Una folla attonita ha partecipato a Roselle ai funerali del bambino di 4 anni, investito sabato sera da un’auto / LE IMMAGINI

I funerali di Lorenzo

I funerali di Lorenzo

Grosseto, 20 aprile 2015 - PICCOLI. E inadeguati. Di fronte alla morte di un bimbo di quattro anni ogni parola affoga nella retorica. Lorenzo Groccia, travolto e ucciso da un’auto sulla strada degli Aiali a Roselle sabato sera, da ieri riposa al cimitero della Misericordia. Strana e terribile la vita. Due giorni fa un bambino che gioca nell’orto insieme al padre e ai suoi fratelli, ieri pomeriggio chiuso in una cassa di rovere bianca. Una vita distrutta, una famiglia colpita duramente negli affetti più cari, una comunità sotto choc. Ieri Roselle ci ha provato a far sentire tutta la sua vicinanza a quella famiglia distrutta: i volontari della Misericordia e della Croce Rossa, disposti ad emiciclo, ad aspettare il carro funebre, centinaia e centinaia di persone al riparo dal primo sole primaverile. In un silenzio spettrale che fa venire i brividi.

Tutti intorno palloncini e rose. Bianchi come quel piccolo, desolante, feretro che accoglie la salma di Lorenzo. Il padre Vincenzo, medico del 118 all’ospedale Misericordia, è l’ultimo ad entrare in chiesa. Ha aspettato che l’«Immacolata concezione» si riempisse, perché tutta quella gente aveva diritto ad esserci. Esserci anche per vedere la foto di Lorenzo, mentre fa l’occhiolino e sorride, tenuta stretta dal fratellino che accompagna la bara insieme alla sorellina e alla madre, Margherita Schipani, sconvolta e con il volto davvero provato. Don Pierre, il parroco di Roselle, decide di far «scivolare» via la messa senza «spingere» su parole che che potrebbero anche risultare superflue. Troppo grande il dolore, anche per un uomo di chiesa. Si percepisce dalle sue parole, rotte più volte dal pianto. Le campane fanno da contorno all’ultimo triste viaggio: la bara esce dalla chiesa «scortata» dai bambini che reggono una rosa bianca. I palloncini fanno da contorno ai singhiozzi di amici, parenti e semplici curiosi che non ce la fanno proprio a rimanere composti. La madre, che tocca la bara, sale nel carro funebre che si dirige verso il cimitero della Misericordia, incrociando nel viaggio proprio il punto dove Lorenzo è stato travolto. Poi più nulla. Solo il rumore dei passi della famiglia Groccia, babbo Vincenzo, mamma Margherita e i due figli, che accompagnano la bara del piccolo Lorenzo. Una famiglia distrutta da un destino che non può essere accettato.