Minacce terroristiche, Tenucci: "Avvisato da una donna col burqa"

"Era Arta Kacabuni". Già condannata

Minacce terroristiche

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Grosseto, 24 marzo 2017 - «IO TI CONOSCO. Presto tutti noi Musulmani ci leveremo in armi. La terza guerra mondiale sta arrivando. E siete voi cristiani che la volete». Sono – parola più, parola meno – queste le frasi pronunciate all’indirizzo di Francesco Tenucci, ex consigliere comunale di Scansano, mercoledì mattina da una donna con il burqa a Scansano. Una donna conosciuta in quelle zone, come è emerso dopo. Tenucci ha poi deciso di postare le frasi sul suo profilo facebook, ricevendo una valanga di commenti stizziti non solo di compaesani, ma anche di persone choccate da tutta Italia. Tutto questo è successo pocche ore prima, tra l’altro, del sanguinoso attacco terroristico che ha colpito Londra. Frasi che sono immediatamente balzate all’occhio dei carabinieri, i quali hanno convocato l’avvocato per interrogarlo su quanto era accaduto la mattina in piazza.

Dal racconto è emerso che la donna che gli si è avvicinata è Arta Kacabuni, arrestata e poi condannata a due anni e 8 mesi dal tribunale di Milano per il reato di partecipazione e associazione di stampo terroristico. La donna è in regime di arresti domiciliari e può uscire due giorni alla settimana. Ma mercoledì era un extra, considerando che doveva andare all’ospedale di Grosseto per una visita. Quando ha incontrato alla fermata adell’autobus Tenucci gli si è avvicinata e ha pronunciato quanto lui ha poi scritto su facebook e più dettagliatamente riportato ai carabinieri. Kacabuni è la zia del marito di Maria Giulia Sergio, alias Fatima Al Zahara, la prima «foreign fighters italiana», la giovane donna che si arruolò nell’Isis e che in quella casa sulle colline del Morellino soggiornò per alcuni mesi. Insieme al marito Aldo Kobuzi. Entrambi condannati a 9 e 10 anni, per terrorismo internazionale. Kobuzi è infatti il nipote di Arta Kakabuni che già in passato, dopo essere già stata nel mirino delle forze dell’ordine, si era lasciata sfuggire frasi choc intercettate dalle forze dell’ordine. Come il commento dopo la strage di Parigi alla rivista satirica Charlie Hebdo: «Hanno fatto bene – commentò al telefono con Marianna, la sorella di Maria Giulia Sergio, la foreign fighters –. Morti innocenti? Macchè. Pensa quanti musulmani muoiono ogni giorno». Quando accaduto è stato segnalato alla Procura di Grosseto, che potrebbe già avere aperto un fascicolo e al tribunale di Sorveglianza di Milano.

Matteo Alfieri