"Siamo pronti a cambiare rotta". Parla il ‘pilota’ della Concordia

dall'inviato Stefano Cecchi Sarà l’olandese Bosch a trainare e guidare la nave fino a Genova VIAGGIO DENTRO LA CONCORDIA / ATTESI I NAUFRAGHI NEL GIORNO DELLA PARTENZA / LA NAVE LASCERA' IL GIGLIO MARTEDI' 22 / LE NUOVE FOTO DENTRO LA NAVE / LE RELIQUIE DELLA CONCORDIA / FOTO: GLI OGGETTI / LA CABINA DI SCHETTINO: FOTO / LIVE CONTINUO CON HASHTAG #concordia / VIDEO LIVE 24 H (YOUREPORTER) / SUCCESSO DELLA PRIMA FASE

La prua della Concordia, ormai completamente emersa

La prua della Concordia, ormai completamente emersa

Isola del Giglio, 21 luglio 2014 - HA LA FACCIA che sembra uscita da un romanzo di Simenon ma non è un personaggio di terra da romanzo giallo, anzi. Hans Bosch, olandese, è l’uomo di mare chiamato dal destino a interpretare il ruolo dell’anti-Schettino. Colui che dovrà correggere l’errore tragico di “capitan Inchino”, riprendendo la guida della Concordia per portarla dal Giglio fino a Genova. Sarà infatti il mega rimorchiatore d‘altura del quale è comandante, il Blizzard, a guidare il convoglio che domani prenderà il mare, iniziando a scrivere così la parola “fine” sul più scellerato naufragio della marineria italiana. Un compito non semplice.

LA CONCORDIA sarà agganciata al Blizzard e al Resolve Earl, due mega rimorchiatori con capacità di tiro fino a 135.000 tonnellate, con dei cavi di acciaio lunghi 800 metri e larghi 7 centimetri. Ma, in quanto capofila del convoglio, toccherà proprio a Bosch stabilire la rotta da seguire e il daffarsi in caso di emergenza nei quattro giorni e mezzo del viaggio. Un compito difficile, appunto. Ma lui, con quei tratti da personaggio letterario, occhialetti in titanio e camicia verde da romanzo verista, non è parso turbato: «Noi non possiamo sapere al 100% come si comporterà lo scafo — ha detto in un inglese spedito — la Concordia potrebbe magari procedere sbandando ma, vista la bassa velocità di navigazione, credo che non avremo problemi a mantenere un assetto perfetto». ANCHE DI FRONTE alle domande sui possibili imprevisti del viaggio dovuti all’eventuale maltempo, soprattutto nel tratto di mare aperto fra la Corsica e Genova, Bosch non si è scomposto: «In quel caso — ha detto calmo — manterremo la Concordia vicino alla costa italiana con una navigazione di ridosso, pronti a fare intervenire nel caso mezzi navali dai porti di Livorno e La Spezia. Ma non mi sembra che pochi giorni di mare possano essere un problema». Fine delle parole. Sicurezza e tranquillità, insomma, sembrano caratterizzare la vigilia di questa processione atipica del mare, che vedrà coinvolti 14 mezzi navali, 6 dei quali dedicati alla salvaguardia ambientale, con bracci meccanici e panne d’altura per tamponare perdite o sversamenti. «Le misure messe in atto sono addirittura ridondanti», ha tagliato corto l’ammiraglio Arturo Faraone, responsabile istituzionale dell’operazione. Inviando di fatto uno scappellotto anche a Segolene Royal e alle sue missive piccate. Tant’è.

INTANTO anche ieri la Concordia ha proseguito nel suo risollevarsi dal mare. Sotto la spinta dei salvagenti d’acciaio che ora la cingono interamente, si è alzata fino a 8 metri. Nel farlo, ha perso qualche oggetto (un giubbotto e un paio di pantaloni sono stati ritrovati nella vicina spiaggia dell’Arenella), sversando 50 litri di olio subito recuperati senza problemi. «E’ la prova di quanto sono efficaci le nostre misure di salvaguardia ambientale», ha sintetizzato l’ingegnere Porcellacchia. Il tutto, nell’ultima domenica del relitto al Giglio, sotto gli occhi di centinaia di curiosi venuti a scattare le foto finali al gigante sfregiato dal mare, e di qualche ex naufrago arrivato certo con spirito diverso.

GIÀ, GLI EX naufraghi. Ieri tre donne francesi che erano sulla nave hanno partecipato alla messa del mattino e, alla fine, hanno ringraziato i gigliesi per le cose straordinarie compiute la notte del 13 gennaio 2012. Una di queste, parlando in sacrestia con don Pasquotti, ha riconosciuto la tonaca viola che lo stesso parroco le aveva dato quella notte per riscaldarsi: «Mi è servita molto», le ha detto. E lui: «E ci credo, è di poliestere!». L’ironia, che è un modo tenero per esorcizzare il dolore, oltre le frasi fatte, il nulla del menefreghismo che di certo non è appartenuto alla gente di qui.