Olga Mugnaini
Cultura e spettacoli

Firenze, riapre l'occhio del Duomo: Ghiberti, le cromie originali

Santa Maria del Fiore, restituita la splendida vetrata

La parte centrale della vetrata con l'Assunzione della Vergine

La parte centrale della vetrata con l'Assunzione della Vergine

Firenze, 2 giugno 2015 - Disegnai nella faccia di sancta Maria del Fiore nell’occhio di mezo l’assumptione di Nostra Donna. Lorenzo Ghiberti racconta con fierezza nei suoi “Commentari” di aver preparato il cartone per la vetrata del rosone che nel 1405 sarà collocato sopra la porta dell’incompiuta facciata di Arnolfo di Cambio. A quei tempi il Duomo di Firenze era un cantiere in fermento, ma già ricco di capolavori. In attesa che Filippo Brunelleschi cominciasse la sua celebre cupola (terminata nel 1434), l’Opera di Santa Maria del Fiore aveva intanto commissionato lo straordinario ciclo di 44 vetrate istoriate su disegni di Donatello, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Agnolo Gatti e, appunto, Ghiberti.

A lui toccò immaginare una vetrata larga “dieci braccia fiorentine” divisa in 28 pannelli di circa 16 centimetri ciascuno, con l’Incoronazione e l’Assunzione della Vergine, che il maestro vetrario Niccolò di Pietro Tedesco avrebbe poi composto in un ricamo di trasparenze, luce e colori. Uno splendore e una luminosità dall’alto significato mistico che il tempo e vari fenomeni di degrado hanno piano piano offuscato, rendendo necessario un intervento di restauro, arrivato grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, nell’ambito della XVII edizione del programma “Restituzione“, iniziato nel 1989. Commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore e realizzato dallo storico laboratorio fiorentino Studio Guido Polloni & C., il restauro ha consentito di ritrovare le cromie originali, eliminando il fenomeno della cosiddetta “polverizzazione del vetro”, che si assottiglia e diventa opaco. Dal 4 giugno all’8 settembre la vetrata sarà esposta in via eccezionale nel Battistero di Firenze, dove per la prima volta, sarà possibile vederla da vicino prima di essere rimontata sulla facciata della cattedrale.

Alla presentazione del restauro di giovedì prossimo alle 11.30 interverranno il cardinale Giuseppe Betori, il presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Franco Lucchesi, e del vicepresidente vicario del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Mario Bertolissi. Insieme al restauro della vetrata del rosone, Intesa Sanpaolo ha sostenuto anche l’intervento per la vetrata dei profeti Joram e Ihesus ed Eliezer e Her nella tribuna nord. «Abbiamo chiamato l’iniziativa “Restituzioni” per più motivi – spiega Silvia Foschi, responsabile del progetto e del programma Gran Tour – : perché attraverso il restauro restituiamo leggibilità alle opere d’arte, così come ne rendiamo la fruizione alla collettività. Si tratta infatti sempre di patrimonio artistico visibile a tutti e indicato dalle soprintendenze del territorio». Per questa XVII edizione, e in attesa della mostra curata da Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti in programma nel 2016 alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala (sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano), è stato organizzato un vero Grand Tour, iniziato a Castello Piccolomini di Celano (L’Aquila).

Giovedì toccherà a Firenze, per passare poi all’Archeologico di Reggio Calabria per la presentazione del restauro del Cavaliere di Marafioti, rarissimo esempio di statuaria in terracotta della fine del V secolo a.C. La quarta tappa sarà alle Gallerie d’Italia di Milano per la presentazione del cantiere per gli affreschi ottoniani della chiesa di San Pietro all’Olmo di Cornaredo (Milano). E infine, sempre a Gallerie d’Italia, presentazione del volume «L’Andata al Calvario di Marco Palmezzano». Restauri, ricerche, interpretazioni, in collaborazione con l’Accademia Tadini di Lovere e la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano.

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