Il Papa telefona a un sacerdote di Calenzano: "Una grande emozione"

Don Paolo Cioni: "Dopo i fatti in Vaticano gli avevo scritto una lettera, ha chiamato per ringraziare"

Don Paolo Cioni

Don Paolo Cioni

Firenze, 9 novembre 2015 - Era visibilmente emozionato ieri Don Paolo Cioni mentre, dall’altare, annunciava la notizia alla Messa delle 10,30 a San Niccolò a Calenzano per poi ripeterla anche alle 12 nella Cappella della Misericordia e alle 17,30 nella funzione pomeridiana. Emozione comprensibile visto che la notizia era di avere appena ricevuto una telefonata da ricordare: all’altro capo del filo c’era infatti Papa Francesco.

Uno choc, pur piacevolissimo, per il parroco dell’antica chiesa di Calenzano Alto già menzionata nel 1260: «Alle 9,30 ero nel mio studio e stavo rileggendo l’omelia preparata per la Messa che avrei dovuto celebrare di lì a poco quando è squillato il telefono – racconta lo stesso Don Paolo dopo l’annuncio in chiesa – ho risposto pensando anche, sinceramente, a chi potesse chiamare così presto di domenica. La persona che telefonava mi ha chiesto se ero Don Paolo e, quando ho risposto di sì, ha detto di essere Papa Francesco».

Difficile in quel momento non pensare a uno scherzo in vista dell’arrivo del Santo Padre a Firenze e probabilmente il sospetto all’inizio avrà sfiorato anche il parroco ma Don Paolo, dopo un comprensibile stupore, si è convinto di stare davvero parlando con Jorge Bergoglio: «La chiamata – continua infatti – è stata un ringraziamento per una lettera che avevo spedito la scorsa settimana al Papa ed il pontefice ha fatto riferimento a precisi passi del messaggio che gli avevo inviato. Una lettera scritta a mano, visto che non utilizzo il computer, che era stata una iniziativa personale e non condivisa con altre persone, nella quale esortavo il Papa a proseguire nella sua opera di riforma e ad andare avanti e assicuravo la mia preghiera e quella della mia comunità per lui. L’idea di scrivere una lettera, anche se non mi aspettavo certo una risposta in questi termini, era nata dopo le ultime vicende emerse all’interno del Vaticano che provocano interrogativi e sconcerto nei fedeli: tanti parrocchiani, in questi giorni, sono venuti a parlare anche con me di questi fatti. Per questo ho sentito l’impulso di scrivere al Papa, per dirgli di andare avanti nella sua opera di rinnovamento e per fargli sapere che comunità come quella di San Niccolò a Calenzano sono con lui nella preghiera».

Un gesto che evidentemente il pontefice ha apprezzato se è vero che ha contattato direttamente Don Paolo, grazie ai recapiti scritti sulla carta intestata della parrocchia, prima sul cellulare (la chiamata però è rimasta senza risposta) e poi al numero fisso di San Niccolò: inutile dire che la telefonata risultava arrivare da un numero privato. Dopo i ringraziamenti la conversazione è proseguita per altri cinque minuti: «E’ stato un colloquio bellissimo – conclude Don Paolo – gli ho fatto alcune domande e lui mi ha detto alcune cose e mi ha esortato a continuare a pregare per lui con la comunità parrocchiale. Poi anche Don Claudio, che era vicino a me, ha parlato con il Santo Padre al telefono. Alla fine ho detto a Papa Francesco che stavo per celebrare la Messa e gli ho chiesto se avrei potuto informare i parrocchiani della sua chiamata durante le varie celebrazioni della domenica. Mi ha risposto di sì. Altrimenti non lo avrei mai fatto».

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro