Processo Tav, 20 rinviati a giudizio: c'è anche Maria Rita Lorenzetti

L'inchiesta riguarda l'appalto del tunnel in costruzione a Firenze

Un cantiere Tav in una foto d'archivio (Foto NewPressPhoto)

Un cantiere Tav in una foto d'archivio (Foto NewPressPhoto)

Firenze, 10 marzo 2016 - Il gup di Firenze Alessandro Moneti ha prosciolto da tutte le accuse gli ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e Giuseppe Mele per il processo sulla Tav a Firenze. A giudizio, invece, l'ex presidente dell'Umbria e di Italferr, Maria Rita Lorenzetti. Il processo comincerà il 2 dicembre. Venti sono imputati e 6 le società coinvolte tra cui Nodavia e Coopsette. L'inchiesta riguarda l'appalto del tunnel Tav in costruzione a Firenze. Lorenzetti è accusata di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione del geologo Walter Bellomo, che faceva parte della commissione Via del Ministero dell'ambiente ed era stato incaricato di indicare la natura delle terre di scavo.

Nell'ambito dell'inchiesta, molto articolata, - relativa ai lavori di sottoattraversamento, in tunnel, di Firenze della linea ferroviaria Tav -, per Incalza e Mele il gup Moneti ha emesso sentenza di non luogo a procedere 'per non aver commesso il fatto' riguardo all'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all'abuso di ufficio nell'esecuzione dell'appalto. In particolare i due erano accusati di essersi prodigati - come dirigenti dell'unità di missione del ministero delle Infrastrutture a cui faceva riferimento l'appalto Tav di Firenze - per 'bypassare' con loro dichiarazioni vincoli e autorizzazioni paesaggistici, anche attestando nelle varianti al progetto che non fosse necessaria una nuova valutazione di impatto ambientale, con riferimento allo scavo del tunnel vicino a monumenti come la Fortezza da Basso.

Va a processo per questa parte di accusa Maria Rita Lorenzetti - come presidente di Italferr -, insieme al rup di Italferr Valerio Lombardi, per aver operato "a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette mettendo a disposizione dell'associazione a delinquere conoscenze personali, propri contatti politici e una vasta rete di contatti".

A giudizio anche il legale rappresentante di Nodavia Furio Saraceno, il già responsabile di Ds e Pd a Palermo, Walter Bellomo, come membro della commissione Via del ministero dell'Ambiente, i dirigenti di Coopsette, Maurizio Brioni e Marco Bonistalli. Maria Rita Lorenzetti è stata invece prosciolta, insieme ad altri, 'perché il fatto non sussiste', da accuse di corruzione, falso e abuso d'ufficio per altri episodi sempre relativi a presunte 'pressioni' per ottenere autorizzazioni ai lavori. Il gup ha confermato il rinvio a giudizio per Busillo e Vizzino per frode nel corretto e completo montaggio della fresa di scavo del tunnel che fu chiamata 'Monna Lisa', macchinario che - come volle dimostrare la procura - non fu mai in efficienza, ma venne dichiarato come tale "per far apparire correttamente adempiuto il contratto e chiedere a Nodavia e alla stazione appaltante il pagamento del primo stato di avanzamento lavori". Sull'accusa di traffico illecito di rifiuti - in particolare i fanghi da perforazione smaltiti in modo ritenuto pericoloso per l'ambiente -, il gup ha differenziato le posizioni emettendo sentenza di non luogo a procedere per una parte degli imputati. 

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