Mattatoio islamico, la rivolta degli animalisti

Taglio del nastro a San Miniato. Polemico anche Ncd: "Riti barbari che non appartengono alle nostre tradizione"

Roberto Ferraro (Ncd)

Roberto Ferraro (Ncd)

Pontedera, 14 settembre 2014 - CRESCE la polemica. Il clima si annuncia bollente, oggi, per il taglio del nastro della struttura che in località Genovini di San Miniato punterebbe ad essere un mattatoio dove praticare anche l’uccisione rituale degli ovini e caprini. Gli animalisti sono sul piede di guerra. «Non esiste davvero un briciolo di pietà nei confronti degli animali destinati al consumo alimentare». E’ questa la constatazione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di fronte alla notizia. Intanto prende la parola anche Roberto Ferraro del Nuovo Centrodestra. «Leggi europee e italiane vietano tale barbara pratica se non attuata in centri appositamente autorizzati — dice Feraro —. Autorizzazione che, secondo quanto dichiarato dal sindaco di San Miniato e dalle autorità competenti, nel caso in questione è assente. In realtà la questione è molto più ampia del caso specifico».

«E’ infatti inammissibile che usi e pratiche fortemente contrarie alla nostra cultura e morale vengano consentite in Italia, anche se limitatamente a certi siti — aggiunge Ferraro —. L’Italia si è dimostrata aperta e rispettosa delle necessità e degli usi dei cittadini stranieri.In molti casi abbiamo messo in discussione nostre antiche e preziose tradizioni come il presepio, per consentire – sbagliando – una migliore integrazione. Consentire però, in Italia, pratiche considerate barbare per la nostra cultura come la macellazione rituale non ci fa onore, anche se ciò è ammesso in pochi centri autorizzati». 

INTANTO dall’azienda «La Romilda arriva la conferma dell’inaugurazione del mattatoio. «In questa sede faremo una dimostrazione pratico teorica senza macellare — dice il titolare, Cialdini — di quelle che sono le differenze tra la macellazione islamica e quella cattolico cristiana. Inoltre saremo lieti di mostrare le autorizzazioni in nostro possesso».  

C.B.

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