Saffi senza aule, docenti in piazza: «Ci hanno voluto danneggiare»

Collegio al vetriolo in centro: «Accontentati i capricci di qualcuno»

Sit in del collegio docente del Saffi (Foto Giuseppe Cabras / NewPressphoto)

Sit in del collegio docente del Saffi (Foto Giuseppe Cabras / NewPressphoto)

Firenze, 18 giugno 2016 - «Si è preferito spendere fior di quattrini per prefabbricati destinati ad esser poi smantellati piuttosto che risolvere la questione in modo strutturale». Ha sferrato un grosso attacco «all’inerzia della politica» Valerio Vagnoli. Megafono in mano, il dirigente dell’alberghiero Saffi ha esternato così la sua rabbia, per quelle sei aule che ancora mancano, ieri mattina in piazza della Repubblica, dove si è svolto un inusuale collegio dei docenti. Nel mirino del preside c’è in particolare l’ex assessore Giovanni Di Fede che, accusa Vagnoli, «ha voluto negare l’identità al polo di San Salvi» e, «nonostante fosse ben chiaro che gli alberghieri stavano crescendo in modo esponenziale», non ha fatto «nulla» per «affrontare di petto la situazione».

In poche parole, «la politica non è stata lungimirante». Così, «da cinque anni in questo periodo siamo puntualmente costretti ad alzare la voce». «Palazzo Medici Riccardi – tuona Vagnoli, – doveva guardare lontano. Non sperare che ‘la moda degli alberghieri finisse’. È sotto gli occhi di tutti che il settore ricettivo è quello trainante». Ma c’è di più. «Negarci queste sei aule che ci consentirebbero di accettare tutte le domande significa rischiare di cancellare il Saffi – è la cupa previsione del preside –. Se invece delle attuali dodici prime ne avessimo solo sei, è chiaro che si imboccherebbe una strada pericolosa. Perché avremmo poi cinque seconde, quattro terze e via diminuendo».

Vagnoli ha un diavolo per capello. «Per accontentare i capricci di qualcuno, l’amministrazione precedente ha danneggiato il Saffi». Stilettate al veleno. L’amarezza è palpabile. Vagnoli parla anche dei «laboratori insufficienti»: «Nelle due succursali non ne abbiamo neanche mezzo». In sede ce ne sono due di cucina, altrettanti di sala e uno di pasticceria. «Ma non bastano». Da parte sua, la Città metropolitana ha detto che tra due anni dovrebbe sorgere, nel giardino della scuola, una costruzione in legno. Ma nel frattempo? «Ci è stata proposta la De Mattias di Marignolle, istituto che s’avvia alla chiusura – fa sapere il vicepreside Gianni Frangini –. Per noi è impensabile, però. Troppo scomoda per i nostri allievi. Pensiamo poi ai docenti, che dovrebbero dividersi tra San Salvi e Marignolle».

L’Rsu ricorda che tra i 120 nuovi iscritti, 26 sono disabili. «Per noi è un vanto. Non possiamo accettare che per problemi logistici questi ragazzi rinuncino al percorso scolastico prescelto». Ieri sera è poi intervenuta di nuovo la Città Metropolitana: «Le ipotesi che abbiamo preso in esame – ha detto il consigliere delegato alla rete scolastica Giampiero Mongatti – presentano caratteristiche dimensionali tali da rispondere alla domanda legata al sovrannumero di iscrizioni. Non appena è emerso il problema ci siamo attivati. Ci vuole il tempo necessario ed è ciò che abbiamo detto da subito a tutti i nostri interlocutori».

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