Buona scuola con i precari

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 28 aprile 2016 - Caro direttore, ho letto su La Nazione che in queste ore si svolge il concorsone per stabilizzare i ‘prof’ precari, ma che purtroppo solo uno su tre otterrà il posto fisso. Siamo alle solite, oppure dobbiamo credere alla soddisfazione del Miur che parla di ‘record positivo rispetto al passato’?

Sonia Linari, Pontremoli

Cara Sonia, direi che, come spesso accade, la verità sta a metà strada. Se sommiamo i circa 64mila posti di lavoro ‘in palio’ in questa selezione con i 90mila precari stabilizzati a settembre nell’ambito della ‘Buona Scuola’, possiamo concordare con il Miur rispetto al passo avanti che il Governo ha messo a segno. Se poi andiamo a registrare il fatto che, in prospettiva, a fronte dei 64mila di prossima regolarizzazione, ben centomila rimarranno precari a tutti gli effetti (con il contratto non rinnovabile oltre i 36 mesi), ecco che allora la soddisfazione sopracitata si ridimensiona notevolmente. Ma c’è un altro quesito che sta ancora più a cuore alle famiglie italiane: che tipo di formazione possono dare questi ‘prof’ costantemente in bilico ai nostri ragazzi? Al mercato del lavoro, allo sviluppo del sistema Paese e alla crescita culturale e sociale delle nostre comunità l’ardua sentenza.

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