DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Morto l'intellettuale di Dio: Piovanelli, pastore di anime

Ricordo del cardinale di Firenze amato dagli ultimi

Il cardinale Silvano Piovanelli (Foto Germogli)

Il cardinale Silvano Piovanelli (Foto Germogli)

Firenze, 10 luglio 2016 - E’ stato un pastore con addosso “l’odore delle pecore” secondo la definizione di Papa Francesco, e lo è stato fino alle ultime ore dei suoi 92 anni spesi per la Chiesa e il suo gregge, anche come guida culturale. Il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, si è spento per i postumi di una lunga malattia poco dopo le 4 di ieri mattina.

Nato a Ronta in Mugello il 21 febbraio 1924 in un ambiente semplice, il babbo era muratore, la mamma casalinga, a 11 anni decide di lasciare la famiglia per andare a Firenze in Seminario. Qui ha studiato dal 1935 al 1947, anno in cui è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore il 13 luglio per l’imposizione delle mani del Servo di Dio Elia Dalla Costa, cardinale arcivescovo. Con lui, altri sacerdoti che hanno lasciato un segno nella storia della Chiesa fiorentina e non solo: è la grande stagione di don Lorenzo Milani, di don “Cuba”, cappellano delle carceri e primo apostolo della chiesa in uscita, altro tema caro all’attuale pontefice, e don Renzo Rossi, missionario nelle favelas brasiliane.

Il futuro cardinale ha mosso i primi passi con don Giulio Facibeni alla Pieve di Rifredi e alla Madonnina del Grappa, forte dell’amore per la Bibbia, il rigore nello studio e la grande carità, secondo l’esempio del suo primo maestro, il cardinale Elia Dalla Costa. Diventato vicerettore del Seminario e poi proposto di Castelfiorentino, è richiamato a Firenze nel 1979 dal cardinale Giovanni Benelli, che lo nomina vicario generale e lo vuole accanto, prima dell’elevazione a vescovo ausiliare nel maggio 1982. Sarà lui il successivo 26 ottobre a celebrare la messa nella camera dove Benelli era stato riportato morente dall’ospedale. Il cardinale si spengerà durante la funzione e il suo vicario ne diventerà il successore.

Un episcopato iniziato il 22 marzo 1983, nel quale prosegue e conclude la visita pastorale, realizza il Sinodo diocesano, il primo dopo il Concilio e scrive dieci lettere pastorali, raccolte in volume, così come le sue Lectio Divine e le centinaia di omelie. Dal 1985 al 2001 è presidente della Conferenza Episcopale Toscana; dal 1990 al ’95 vicepresidente di quella Italiana. Nel solco di Giorgio La Pira è intervenuto sui temi della povertà, della pace e del lavoro, così come del dialogo interreligioso: è del ’99 per esempio l’incontro col Dalai Lama.

Impegni portati avanti, dal maggio 1985 con indosso la porpora per decisione di Giovanni Paolo II che accolse nell’86 a Firenze, fino al 21 marzo 2001, per raggiunti limiti di età, prima che nella Pasqua 2007 lo scandalo Cantini, prete infedele e pedofilo seriale poi ridotto allo stato laicale, lo facesse soffrire come tutti per una ferita che si è cicatrizzata a fatica solo negli anni successivi.

La salma sarà esposta anche lunedì dalle 8 fino alla veglia in duomo, che inizierà alle 21, poi di nuovo martedì mattina dalle 8 almeno fino alle 14; alle 18 di martedì, il rito funebre.

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