Gravidanza tragica, bimba muore dopo giorni di agonia

Mamma salva per miracolo, scatta l'esposto in Procura

L'avvocato Letizia Cacciari

L'avvocato Letizia Cacciari

Firenze, 29 luglio 2016 - Il primo vagito della minuscola vita di Giada è solo un rantolo soffocato. Il rumore della morte. Lì sul tavolo operatorio della Maternità di Careggi. Alle 5,55 del 28 aprile 2016 Giada nasce morta: asistolica (senza battito cardiaco), in apnea (senza respiro), ipotonica e terribilmente pallida. I medici dopo che la mamma da più di un’ora supplicava ostetriche e dottoresse di fare qualcosa, sono riusciti a restituirle un simulacro di esistenza. Attaccandola a due macchine, una per farla respirare e una per nutrirla e mantenendola in ipotermia passiva. Ma Giada era viva per finta. E il 12 luglio 2016 è morta per la seconda volta, ma questa è stata inesorabile.

Tutto questo è scritto in una denuncia con gli agghiaccianti particolari del dolore di una famiglia e il racconto di una notte da incubo durante la quale nessuno - tra ostetriche e medici - si è accorto che la partoriente, la mamma di Giada, dopo una gestazione perfetta, aveva l’utero lacerato e la bambina stava in un limbo senza poter respirare. Per oltre un’ora.

La famiglia si è rivolta all’avvocato Letizia Cacciari che ha depositato una denuncia querela alla Procura della Repubblica per fare luce su questa vicenda. La mamma è una signora di 36 anni in perfetta salute, già madre di un bambino, che per far nascere un fratellino o una sorellina avevano deciso di rivolgersi a Careggi per un ‘tolac’ cioè travaglio dopo pregresso taglio cesareo.

Il 27 aprile scorso la puerpera inizia a sentire le prime contrazioni e alle 22,30 va a Maternità col compagno. Alle 23,30 viene ricoverata con dilatazione di 2 centimetri e perdita di liquido amniotico. Alle 1,30 la donna chiama l’ostetrica perché le contrazioni erano aumentate. «E’ presto» dice l’ostetrica e la rimanda in stanza. Qualche minuto dopo la povera donna si sente lacerare il ventre «con una intensità indescrivibile». Solo alle 4,30 l’ostetrica la visita e le dice di ‘respirare lentamente’. Però chiama un’altra ostetrica e poi anche una dottoressa. Mentre loro manovrano per ‘misurare la dilatazione’ le acque si rompono. In tutto questo tempo nessuno ha mai monitorato la bambina.

La donna sente l’ostetrica dire alla collega: "Queste contrazioni sono cattive". Finalmente alle 5,30 decidono di portarla in sala travaglio. Perde i sensi. Quando si riprende da sola sente una voce maschile concitata che dice "via via via". Si ritrova sul tavolo operatorio per un cesareo d’urgenza. Alle 5.55 Giada nasce, si fa per dire, con ‘encefalopatia ipossico-ischemica di grado severo’. Il 12 luglio muore. Perché?

amadore agostini

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