Di corsa nell'Inferno di fango: in duemila alla gara estrema dei Renai. Le foto spettacolari della corsa più pazza

Grande festa al parco: dieci chilometri da percorrere, con più di sedici ostacoli artificiali e naturali da superare come ghiaccio o balle di fieno / FOTO-1 / FOTO-2

Alcuni partecipanti alla Mud Run Inferno

Alcuni partecipanti alla Mud Run Inferno

Lastra a Signa, 9 maggio 2015 - C’erano i Puffi, Iron Man e Spiderman, ma anche una sposa con le damigelle, eleganti uomini d’affari in giacca e cravatta, un gruppo di «banane», una squadra di chirurghi con tanto di camice e improbabili ballerini in tutù. Tuffo nella fantasia e nel fango per la Mud Run Inferno, la corsa (competitiva e non) che si è svolta oggi, per il secondo anno consecutivo, all’interno e all’esterno del parco dello Stato Libero dei Renai di Signa. Un successo di pubblico che ha doppiato le presenze dell’anno scorso, registrando la partecipazione di 1958 atleti, divisi per motivi organizzativi in più scaglioni. Professionisti, ma anche gruppi di amici alla ricerca di una giornata di divertimento all’aria aperta, con la voglia di mettersi alla prova e di uscire coperti di fango e sudore. Per tutti loro, oltre 10 km da percorrere, con più di sedici ostacoli artificiali e naturali da superare: gimkane, pozze di fango, due tratti da superare a nuoto, un percorso fra gli alberi, circa 600 pneumatici sui quali saltellare, 60 balle di fieno da superare, palizzate, muri di legno, ghiaccio e container da scalare. Fra i partecipanti anche Rocio Rodriguez, moglie del centrocampista della Fiorentina Borja Valero, presente fra il pubblico insieme all’amico e compagno di squadra Mati Fernandez e ai relativi figli.

Questa la classifica finale della gara competitiva: relativamente alle donne primo posto per Ginevra Cusseau di Firenze, secondo per Silvia Bonfigli e terzo per Ilaria Paltrianieri di Cantù; per gli uomini, primo Eugenio Bianchi di Cantù (fidanzato della terza classificata femminile), secondo Federico Tonnicchi del Lazio e terzo Stefano Colombo. Tanti anche i premi assegnati agli altri partecipanti: dalla maschera più buffa, agli atleti arrivati con più fango addosso. L’evento ha avuto anche una finalità benefica: una parte del ricavato della manifestazione andrà infatti alla Fondazione Tommasino Bacciotti, da più di quindici anni al fianco dell’Ospedale Meyer per sostenere la ricerca medico-scientifica.

Numerose le novità rispetto alla passata edizione. Fra queste la Mud Run per bambini, che ha visto la partecipazione di 40 piccoli atleti. E ancora la raccolta delle scarpe gettate dai partecipanti al termine della gara perché troppo sporche per essere pulite: saranno donate a un’azienda specializzata perché le ricicli. «È stata una bellissima festa – ha commentato Mauro Leoni, presidente dell’associazione Italian Sport Lab, organizzatrice dell’evento – che sicuramente ripeteremo, forse anche in versione invernale. Un grazie speciale va ai volontari della Pubblica assistenza di Signa, della Protezione civile e della nostra associazione, che hanno garantito l’assistenza agli atleti». Alla fine non è mancato qualche infortunio: 18 persone hanno raggiunto la tenda dei soccorritori, ma solo una è stata ricoverata in ospedale per il fango finito in un occhio. D’altronde, senza il bollettino delle cadute e delle storte che Mud Run sarebbe?

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