La trappola dell'online

Lettere a La Nazione - Risponde il direttore Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 30 marzo 2015 - Caro direttore, sempre più siamo assediati da quelli che per telefono, o ancor più nei siti, ci vogliono vendere tutto, ma la trappola mi pare sempre dietro l’angolo.

Piera Bertini Pistoia

Gentile signora, lei ha pienamente ragione. Il problema è che non esiste una regolamentazione che tutela davvero il consumatore, cioé tutti noi. Tutto è studiato per «trarci in inganno», magari con il paravento della legalità. Ormai stipuli un contratto per una qualsiasi compagnia telefonica, un abbonamento on line a qualsiasi cosa, che sia un’utenza, una linea dati, dei servizi finanziari, e se hai un problema devi passare da un call center a un altro, spingere tasti o comporre numeri a pagamento solo per avere informazioni di cui avresti diritto in quanto utente. Spesso nessuno ti risponde. Le modalità di disdetta sono nascoste in qualche angolo remoto dei siti, introvabili, sovente ti ritrovi ad aver accettato inconsapevolmente inimmaginate estensioni di pagamento solo perché non hai letto bene la 38esima riga della ottava pagina che ti hanno chiesto di siglare, al solo fine di poterti dire, un domani, «noi ti avevamo avvertito». Non c’è niente di chiaro, facile, accessibile a tutti. Insomma un disastro. Al povero consumatore non pensa nessuno. Urge un intervento del legislatore.

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