Conferenza a Palazzo Vecchio. Islam, Imam Tayyeb: " Occidente non è portatore di mali"

E ancora: "Stati ricchi rinuncino al dispotismo"

L'incontro  Oriente e Occidente

L'incontro Oriente e Occidente

Firenze, 8 giugno 2015 - «Gli orientali devono sviluppare legami più stretti di vicinanza e di armonia con l'Occidente, e smettere di considerare la civiltà occidentale portatrice di mali e irrispettosa dei valori religiosi e delle virtù». Lo ha detto Ahmad Muhammad al-Tayyeb, imam dell'università al-Azhar del Cairo, intervenendo alla conferenza Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà' in corso a Firenze. Secondo al-Tayyeb bisogna cambiare questa «visione eccessivamente cupa» dell'Occidente «con un'altra più ottimista che guardi alla civiltà occidentale come una civiltà umana che, nonostante le sue limitazioni e mancanze, ha salvato l'umanità aprendo orizzonti scientifici e tecnologici senza precedenti nella lunga storia dell'umanità, grazie all'impegno degli scienziati». Quindi, ha sottolineato l'imam, «l'Oriente ha molto da offrire all'Occidente per colmare le sue lacune spirituali e religiose, così come l'Occidente ha tanto da offrire all'Oriente per sollevarlo dall'arretratezza nei settori della scienza, della tecnica, dell'industria, dell'agricoltura e tanti altri ambiti».

«Gli Stati ricchi e potenti rinuncino al dispotismo, alla parzialità ed alla politica dei due pesi e delle due misure: un peso per l'Occidente e un peso diverso per l'Oriente». Lo ha detto Ahmad Muhammad al-Tayyeb, imam dell'università al-Azhar del Cairo, intervenendo a Firenze alla conferenza 'Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà' organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio. «Rinuncino alla politica di dominio nei confronti dei deboli e dei diseredati - ha proseguito al-Tayyeb - una politica che, a quanto pare, ha diviso il mondo in due parti: una che gode di ricchezze, sicurezza, benessere, progresso scientifico, culturale, artistica e di civiltà, e un'altra parte dove imperversano guerre, spargimenti di sangue, terrorismo, distruzione, povertà, ignoranza e malattie». Secondo l'imam, se la crisi mondiale «dovesse proseguire il suo corso, sarà l'umanità tutta a pagarne il prezzo con guerre, distruzione, arretratezza e spargimenti di sangue, forse in una misura superiore a quella dei due conflitti mondiali della prima metà dell'ultimo secolo». 

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