Georgofili, 24esimo anniversario: alle 1.04 deposti fiori sul luogo della strage

Era il 27 maggio 1993: un Fiat Fiorino carico di esplosivo causò la morte di cinque persone. La commemorazione alla quale ha preso parte anche il presidente del Senato Pietro Grasso

Strage dei Georgofili, la commemorazione nel 24esimo anniversario

Strage dei Georgofili, la commemorazione nel 24esimo anniversario

Firenze, 27 maggio 2017 -  VENTIQUATTRO anni dopo Firenze ricorda. Alle 1,04 del 27 maggio 1993 un Fiat Fiorino carico di esplosivo ad alto potenziale scoppiò in via dei Georgofili, fece crollare gran parte della Torre del Pulci e seppellì sotto montagne di macerie l’intera famiglia Nencioni (il papà Fabrizio, la mamma Angela e le figlie Caterina, di soli 50 giorni e Nadia che aveva solo 9 anni), mentre il giovane studente di architettura Dario Capolicchio (22 anni) morì carbonizzato nel rogo del suo appartamento. Quella notte contò altri 48 feriti, fra di loro anche chi non è mai riuscito a superare il trauma di quella terribile notte.

L’auto bomba è risultata poi essere stata ‘imbottita’ con almeno 277 chilogrammi di esplosivo. E i danni sono stati ingentissimi. L’attentato ha danneggiato gravemente anche alcuni ambienti della Galleria degli Uffizi e del Corridoio Vasariano, il 25 per cento delle opere d’arte è stato danneggiato mentre i capolavori più importanti erano infatti stati protetti da vetri antisfondamento che hanno attutito l’ondata d’urto, alcuni dipinti sono purtroppo andati perduti per sempre.

Le ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono gli ordigni in nome e per conto di Cosa Nostra, e chissà per quali altri mandanti, volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul ‘carcere duro’ per i boss mafiosi e sulla legge sui pentiti.

Il Comune di Firenze ieri ha commemorato l’attentato insieme alla Regione Toscana e all’associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili con una serie di iniziative alle quali oltre ai rappresentanti di tutte le istituzioni cittadine e regionali hanno partecipato la vicepresidente Rosa Maria Di Giorgi e e il presidente del Senato Pietro Grasso. Ieri il convegno che si è svolto in Palazzo Sacrati Strozzi è iniziato con la citazione di una frase pronunciata da Giuseppe Graviano, reggente mafioso e tra gli organizzatori di quella strage. Rivolgendosi a Gaspare Spatuzza e Cosimo Lo Nigro disse: «Ne capite qualcosa di politica voi? No! E’ bene che ci portiamo dietro un po’ di morti, così si danno una mossa». «Della stagione delle stragi di mafia del 1993 – ha poi detto Grasso – so che molti, troppi profili di quell’atroce disegno restano ancora oscuri. Spesso la verità storica e quella giudiziaria non si sovrappongono, ma bisogna insistere perché gli eventi siano ricostruiti in tutte le loro implicazioni e sfaccettature. Ne abbiamo il dovere tutti, perché un Paese che nasconde la propria storia è un Paese senza futuro». Al convegno è intervenuta anche Giovanna Maggiani Chelli per l’Associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili, il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini e quello di Prato Giuseppe Nicolosi.

Alle 21 c’è stato il come sempre molto partecipato dai fiorentini concerto in piazza della Signoria e poi poco prima delle 1, ancora una volta al suono della Martellina, la campana di Palazzo Vecchio, un corteo guidato dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dal Gonfalone di Firenze è arrivato fino in via dei Georgofili per la deposizione di una corona, alle 1.04, l’ora in cui la bomba scoppiò, sul luogo dell’attentato, insieme al ministro Luca Lotti e al presidente del Senato Grasso.

Stamattina alle 8.30, sulla tomba della famiglia Nencioni, al cimitero di Romola, nel Comune di San Casciano in Val di Pesa, sarà deposto un cuscino di rose. Alla stessa ora sarà deposto un altro cuscino di rose sulla tomba di Dario Capolicchio, sepolto nel cimitero di Sarzanello a Sarzana (La Spezia).

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