Donna uccisa a Ravenna, arrestato il marito. Chi è Matteo Cagnoni / FOTO / VIDEO

'Era un grande professionista'. L’incredulità di amici e colleghi. Il ritratto

Matteo Cagnoni

Matteo Cagnoni

Firenze, 20 settembre 2016 - "Ma è tutto vero? E’ stato lui?". Sono sbigottiti. Gli occhi spalancati per l’incredulità, il mento che penzola fra le parole a bocca aperta. Alla clinica dermatologica dell’Iot i colleghi di Matteo Cagnoni sono scioccati dalla notizia che è rotolata negli ambulatori fra le prime visite. Stimatissimo e amato da tutti, il presunto assassino che avrebbe aggredito e ucciso a bastonate la moglie Giulia per gelosia (Leggi l'articolo), viene descritto come una persona razionale, un professionista di valore, un marito modello, un padre splendido di tre figli.

Infatti lo raccontano così non solo i colleghi, ma anche gli amici che lo conoscono bene e che lo hanno frequentato a lungo, i pazienti che ha avuto nel suo ambulatorio fiorentino, i compagni di scuola, dalle medie al liceo, e dell’università. Persino il suo maestro ha per lui le parole più belle. «Era il mio allievo modello, un professionista di grande valore, una persona razionale e calma di saldi principi», dice il prof Torello Lotti, l’ex super primario, uno dei fari della dermatologia internazionale che con lui era rimasto coinvolto in uno scandalo e in un lungo processo che aveva segnato Cagnoni senza però macchiarne la professionalità, anche perché ne era uscito completamente scagionato (per Lotti la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna).

La famiglia Cagnoni a Firenze la conoscono tutti. Il padre Mario era venuto a Firenze per insegnare: un luminare, ex professore di clinica medica all’Università e primario a Careggi, è considerato un gran signore. Molti gli amici delle medie e del liceo che ricordano di essere stati a studiare e a divertirsi con Matteo nella villa di famiglia, in via Bolognese, a La Lastra.

«Matteo è sempre stato il tipico bravo ragazzo di buona famiglia – racconta il primario della diagnostica senologica di Careggi, Jacopo Nori che con lui ha frequentato i corsi della facoltà di Medicina – Ci conoscevamo bene, abbiamo studiato insieme, eravamo nello stesso gruppo. Una persona equilibrata».

Camicia con la risvolta alle maniche, polo sportiva, una Golf e le giornate di un ragazzo che sapeva godersi la vita. La laurea col massimo dei voti e lode, poi la specializzazione in dermatologia, a Siena, con il prof Lotti, dopo il mater a Napoli. «Siamo sconvolti, quello che è successo, se è accaduto veramente, resterà incomprensibile per chi lo conosce bene – dice di lui la compagna di specialità, la dermatologa Ilaria Ghersetich – Matteo è sempre stato una persona normale, mite, buona, razionale: l’ultima da cui mi sarei aspettata una reazione di tale violenza. Anche perché quella di Matteo era veramente la famiglia perfetta, si è fidanzato presto con Giulia, hanno avuto tre figli».

Anche sul lavoro era sempre sorridente, gentile, educato. Il ritratto della perfezione. Come «professionista equilibrato e razionale», lo descrive anche il primario della clinica dermatologica all’Iot, Nicola Pimpinelli. Ma allora? Com’è possibile che una persona così massacri la moglie a bastonate? «Tutto questo è veramente inspiegabile», dice Massimo Mazzanti, suo amico e informatore scientifico. Lui l’aveva visto poco tempo fa. Erano andati a cena insieme. Matteo era amabile e divertente come al solito. Ma poi che cosa è successo al ritratto della perfezione?

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