A soli 18 mesi vive a Sollicciano, il battesimo dietro le sbarre

Il cappellano del penitenziario: "Tenere un bimbo in carcere è un atto illegale. Un sequestro, perché chi è cresciuto in cella, da adulto avrà dei cancelli nello stomaco"

L'ingresso del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

L'ingresso del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 23 agosto 2016 - A soli 18 mesi vive già a Sollicciano, insieme alla madre. E la seconda domenica di settembre sarà battezzata all'interno del penitenziario. «Abbiamo chiesto le autorizzazioni per far entrare i parenti e il padre, che è attualmente agli arresti domiciliari», spiega don Vincenzo Russo, cappellano del carcere. La piccola di un anno e mezzo è entrata nel carcere dopo l'arresto della madre, che dovrà scontare ancora oltre un anno di reclusione.

«La bambina vive in una situazione pesante», denuncia don Vincenzo. «Tenere in carcere un bimbo - continua - è un atto illegale, un sequestro, perché chi è cresciuto in cella, da adulto avrà dei cancelli nello stomaco». «In passato - afferma ancora don Vincenzo - ci siamo attivati per far uscire i bambini dal carcere, e siamo arrivati a un protocollo con ministero, Regione Toscana e tribunale per aprire una struttura idonea in uno spazio messo a disposizione dalla Madonnina del grappa a Firenze, ma ora ci è stato detto che le istituzioni non intendono più attuarlo perché i bimbi sono diminuiti».

Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato e responsabile sanità del Pd Federico Gelli, che ha annunciato un'interrogazione al ministro Orlando, «per conoscere eventuali casi analoghi, ad oggi 46 in tutta Italia, e stabilire una procedura standard per evitare il loro ripetersi». Quanto al caso della bimba che si trova a Sollicciano, ha detto Gelli, «è opportuno trovare urgentemente una struttura sorvegliata in grado di ospitare la bimba» e che «le permetta di crescere nel pieno rispetto della dignità umana».

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