Vaccinazioni, siamo in zona rossa: "Attenzione a morbillo e rosolia"

Filidei (Asl 11): se si abbassa la guardia i casi iniziano a moltiplicarsi

Il dott. Filidei

Il dott. Filidei

Empoli, 7 ottobre 2015 - Il rischio è che tornino malattie «dimenticate» come la difterite, che ha già fatto capolino in Spagna, o che le morti per morbillo non siano più l’eccezione. I dati elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità, relativi allo scorso anno, attestano che siamo in piena zona rossa per molte vaccinazioni: sotto la soglia del 95% per polio, difterite, tetano, epatite B e pertosse, tranne quest’ultima le altre sono obbligatorie. Crolliamo all’86% (in calo di oltre il 4% in appena un anno) per morbillo, parotite e rosolia, la cui copertura vaccinale è assolutamente raccomandata.

Dottor Filidei anche nella nostra Asl si riscontra questo calo?

«Nella Asl 11 e più in generale nella nostra Regione la copertura vaccinale è ancora buona, ma di sicuro non possiamo abbassare la guardia. Sotto il 95% si perde l’immunità di gregge: la massa vaccinata fa da barriera a queste malattie e al soggetto che scappa. Ma se si creano crepe nel muro dell’immunizzazione, i casi iniziano a moltiplicarsi».

A cosa è dovuto questo calo nelle vaccinazioni?

«I vaccini sono vittime del loro successo: l’eliminazione o la riduzione delle malattie hanno cancellato il timore dei danni causati dalle stesse malattie».

I detrattori dei vaccini – soprattutto quello contro il morbillo – sostengono che siano più pericolosi della malattia stessa…

«E’ una bufala dura a morire. La storia del presunto collegamento tra vaccino contro il morbillo e autismo è nata negli anni Novanta, quando un medico inglese, Andrew Wakefield, sostenne in uno studio pubblicato su una rivista medica che il vaccino potesse contribuire allo sviluppo del disturbo autistico. Lo studio è stato poi smentito, la rivista stessa lo ha ritrattato, e Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei medici, ma la falsa teoria ha continuato a circolare».

Anche la Rete contribuisce a dare informazioni non corrette, come ci si può orientare?

«Spesso sono più accattivanti i siti che mettono i vaccini sul banco degli imputati, che quelli che ne spiegano l’importanza e i benefici perché spesso hanno una forma molto più istituzionale. Di recente però ne è stato lanciato uno molto facile da consultare e chiaro nei contenuti: www.vaccinarsi.org, a cura della Società italiana di igiene e Federazione italiana medici pediatri che ha il patrocinio del Ministero della Salute».

Capitolo meningite: un’altra vittima a Poggio a Caiano. L’incubo non è ancora finito?

«Difficile dire se si tratti dell’ultimo colpo di coda. In letteraturanon ci sono casi d’infezione da meningococco che sono durati per più di una stagione».

La campagna di vaccinazione contro il meningococco C ha comunque raggiunto una buona fetta della popolazione…

«In pochi mesi abbiamo vaccinato 30mila persone, oltre il 60% degli adolescenti è coperto: l’obiettivo è arrivare al completamento. Se per il C la richiesta è un po’ calata, adesso abbiamo gli ambulatori pieni per la vaccinazione contro il meningococco B, per il quale non c’è alcuna emergenza. Tuttavia viene richiesto come un’ulteriore prevenzione».