Shelbox, speranza e rabbia “Non ci tradite adesso”

Venerdì 5 settembre ultimo giorno di cassa integrazione per gli operai dell'azienda Valdelsana. Si avvicina l'incubo mobilità LA 'NEWCO' ASSORBIRA' I CENTO LAVORATORI / INCONTRO DECISIVO PER IL SALVATAGGIO

I lavoratori Shelbox

I lavoratori Shelbox

Empoli, 29 agosto 2014 -­ Una corsa contro il tempo dove a sprintare, con tanto di colpo di reni, dovrà essere la Solaris 3. La newco, nata per rilanciare la Shelbox, l’ex azienda leader di case mobili di Castelfiorentino fallita nel marzo 2013, ha tempo fino al 4 settembre per produrre la documentazione necessaria per prendere in affitto un ramo d’azienda e trasferire tutti i lavoratori nella nuova società. Il 5 settembre — ultimo giorno di cassa integrazione per le circa cento maestranze — si avvicina. A quella data i lavoratori della Shelbox potrebbero essere o dipendenti della Solaris 3 o ritrovarsi tutti in mobilità (licenziati). E’ questa la fotografia rappresentata da sindacati e Rsu ai lavoratori riuniti in assemblea ieri mattina, all’indomani del vertice in Provincia. “Tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto — dice Stefano Angelini della segreteria Fiom Cgil Firenze — Adesso è fondamentale che l’impresa faccia l’impresa e dia seguito agli impegni assunti e contenuti nei vari verbali d’incontro firmati da marzo ad oggi. Ci siamo dati appuntamento al 4 settembre e quello sarà davvero l’ultimo appello: o sanciremo il trasferimento di tutti i lavoratori o andremo tutti a casa”.

La preoccupazione in Shelbox è palpabile. In un anno e mezzo gli operai hanno vissuto di tutto: il fallimento dell’azienda, «non per la crisi del settore, ma per scelte scellerate della dirigenza”; mesi di presidio, lotte, manifestazioni e incontri (anche quello con papa Francesco). Giorni di sconforto alternati a momenti di gioia come quando l’imprevista manifestazione di interesse avanzata in extremis dall’ingegner Marco Di Lauro permise il miracoloso rinnovo della ‘cassa’. Da una parte c’è ottimismo e ci si aggrappa alla speranza di ripartire con la produzione di casette prefabbricate per il Sudamerica (è il piano del consulente fiorentino), dall’altra si fa strada lo scetticismo: alcuni lavoratori, un po’ per convenienza un po’ per sfiducia, hanno deciso di alzare bandiera bianca. “Mi sono licenziato — racconta con il magone in gola Alberto Calattini, 58 anni, 12 anni in Shelbox come montatore — Con tre anni di mobilità raggiungo la pensione. Certo, avrei preferito chiudere la mia carriera lavorativa in azienda, ma il futuro è troppo incerto e non posso rischiare». Dello stesso avviso anche Aurelio Pecorini, 59 anni, magazziniere dal 2007 nella ditta valdelsana: “Dispiace sfilarsi così, ma anch’io sono prossimo alla pensione: ho fatto due conti e con il periodo di mobilità che mi spetta arriverò a maturare i requisiti”. Cristina Mori, 45 anni, una delle più attive nel presidio non molla: “Resto della partita e lotterò fino alla fine». Salvatore Manzella, 46 anni, non ha dubbi: “Ripartiremo, io ci credo”. Fra meno di una settimana si scopriranno le carte.