Se il volontariato è ‘double face’. Più operatori, meno risorse

La radiografia delle onlus ai tempi della crisi. Cresce l’impegno

Andrea Panelli presidente del Cesvot. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Andrea Panelli presidente del Cesvot. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 8 febbraio 2016 - La crisi morde e anche il volontariato empolese ne risente gli effetti. Non a caso, la maggioranza delle associazioni presenti sul territorio è stata fondata prima del 1994 e negli anni successivi si è assistito a un drastico calo di registrazioni delle onlus, soprattutto di quelle che operano in ambito sanitario. Sempre più difficile per le persone farsi carico degli oneri economici legati all’apertura di un’associazione. Quasi una su due denuncia che con la crisi economica si sono drasticamente ridotti i fondi. Nonostante le difficoltà si registra però una nota positiva: i volontari e le adesioni non sono in calo. Soltanto il 2% delle associazioni, infatti, sembra riscontrare una diminuzione di soci. In altri casi si è addirittura assistito ad un aumento dei volontari stessi. Segno che questo settore avrebbe le forze, le braccia e le gambe per esistere e dare un grande apporto alla società. Mancano però le risorse economiche.

A partire dagli ultimi cinque anni si è assistito a un nuovo trend positivo, seppur leggero, della nascita di nuove onlus. Complessivamente, le associazioni sul territorio empolese sono 148, la maggior parte delle quali (37%) opera in ambito sociale, seguite da quelle attive in ambito sanitario (34%), ambientale (8%). La maggioranza delle onlus empolesi sono di grandi dimensioni (43%), mentre il 53% ha la sede in comodato d’uso gratuito. Abbastanza consistente anche la fetta di associazioni che operano in una sede di loro proprietà (30%), mentre la restante parte è in affitto. La maggior parte gode di finanziamento pubblico (33%), seguite da quelle che usufruiscono finanziamenti privati (23%), e da quelle che si autofinanziano, principalmente attraverso raccolte fondi e crowdfunding (17%). Tra i maggiori bisogni espressi dalle associazioni, al di là dell’aspetto economico, ci sono una maggiore visibilità comunicativa (24%), più risorse umane (22%), risorse logistiche (19%), ma anche una formazione sul volontariato di base, nel senso di un sostegno all’acquisizione di un bagalio di conoscenze utili a muoversi nella vita associativa, oltre che una formazione specifica, finalizzata ad affinare e consolidare gli strumenti per garantire prestazioni più qualificate.

«Dalla ricerca emergono chiaramente gli sforzi che le associazioni di volontariato stanno facendo per mantenere i servizi offerti sempre ad un buon livello qualitativo, nonostante le difficoltà associative, burocratiche e soprattutto economiche – spiega il presidente della delegazione Cesvot di Empoli Andrea Panelli – Come Cesvot cerchiamo di promuovere il volontariato in tutte le forme possibili partecipando ad eventi in collaborazione con le amministrazioni e con altre forma di associazionismo. Per questo il programma per l’anno in corso vedrà la nostra delegazione impegnata nella promozione di manifestazioni non solo circoscritte al volontariato ma aperte alla società civile, proprio per intercettare possibili volontari e possibili forme associative che stanno nascendo in modo spontaneo e che il Cesvot, con le proprie competenze può aiutare nella crescita. L’impegno – conclude Panelli – è quello di ridare alle associazioni un rapporto sinergico con il territorio e con i propri interlocutori diretti che sono i cittadini».