Commercio, la lenta scomparsa dell’Emporium

Come la crisi ha trasformato e ridotto la presenza dei negozi

Commercio in crisi (foto repertorio)

Commercio in crisi (foto repertorio)

di TOMMASO CARMIGNANI

Empoli, 17 ottobre 2014 - Meno 65. In quattro anni, dal 2009 al 2013, il numero di imprese del commercio al dettaglio in sede fissa è diminuito del 4,4 per cento in tutto il Circondario. Flessione fisiologica in tempi di crisi? Probabilmente sì, ma per capire fino in fondo come stanno le cose bisogna analizzare nel dettaglio le mille sfaccettature dei numeri forniti da Confesercenti.

Se da un lato è vero che il commercio al dettaglio perde pezzi, dall’altro aumentano le imprese della somministrazione (bar e ristoranti): la crescita dal 2009 al 2013 è stata di 110 unità, pari al 18,3 per cento. Il problema vero, però, è rappresentato dal turn-over e dalla marginalità di molte imprese che operano in quest’ultimo campo, senza dimenticare che la durata media di un’azienda del commercio nell’Empolese Valdelsa si aggira intorno ai due anni, mentre il dato delle cessazioni negli ultimi 4 anni si è sempre mantenuto su livelli a tre cifre. Parlando ad esempio di commercio al dettaglio ecco che nel 2009 si sono registrate ben 140 chiusure a fronte di 90 aperture.

L’ANNO successivo, il 2010, le iscrizioni sono state 79, le cessazioni 110. Così anche nel 2011 e 2013 (65 e 52 aperture contro 135 e 123 chiusure) mentre nel 2013, ultimo anno di riferimento per i dati complessivi, le iscrizioni sono state meno della metà delle cessazioni (54 contro 118). Se analizzati complessivamente sono numeri che fanno ancora più paura: negli ultimi 4 anni hanno chiuso 626 aziende del commercio al dettaglio nel Circondario, per un totale di imprese registrate che ad oggi ammonta a 1.550. Diverso è il discorso di bar e ristoranti, uno dei settori più inflazionati degli ultimi anni. In questo momento abbiamo 868 imprese registrate nel settore della somministrazione di bevande e alimenti, ma nonostante una crescita del 18,3 per cento in quattro anni, anche in questo caso si sono verificate 281 cessazioni.

Dal 2009 ad oggi, nel settore del commercio, hanno cessato la propria attività ben 907 imprese. Ma quali sono allora i comparti che se la passano peggio? La demografia delle imprese dell’Empolese Valdelsa è abbastanza chiara: la grande distribuzione sta mettendo in ginocchio soprattutto quelle categorie merceologiche che soffrono maggiormente il confronto con i centri commerciali e i grandi supermercati. Nulla di strano se dal 2009 ad oggi le aziende del settore alimentari siano passate da 160 a 147, con un calo dell’8,12 per cento, mentre le macellerie, che prima erano 54, ora sono diventate 96, con una diminuzione del 14,81 per cento.

Stesso discorso per le ferramenta, che da 96 sono diventate 82, con un calo del 14,58 per cento. Male anche i negozi di mobili e articoli da ufficio (da 81 a 73, pari al -9,88 per cento) e i negozi di abbigliamento se la passano male: in quest’ultimo caso si è passati da 234 a 223 (-4,7 per cento). Ed eccoci invece ai dati positivi: dal 2009 al 2013 i ristoranti sono aumentati di 88 unità, passando da 333 a 421, con una variazione del 26,43 per cento. I bar sono cresciuti meno, ma sono cresciuti: prima erano 259, adesso sono diventati 283, con un saldo positivo del 9,27 per cento.