Il defibrillatore ci salverà la vita. Scatta l’obbligo, è una rivoluzione

Un apparecchio in ogni impianto: le società si fanno trovare pronte

La Misericordia  regala un defibrillatore  al Palazzetto dello sport

La Misericordia regala un defibrillatore al Palazzetto dello sport

Empoli, 1 ottobre 2015 - Scatta oggi in tutta la Regione l’obbligo per le strutture sportive, in cui si praticano discipline dall’alto impegno cardiocircolatorio, di avere un defibrillatore sempre pronto per l’uso. Importante novità che riguarda dunque la stragrande maggioranza degli sport e che, nonostante tante difficoltà, non trova impreparato l’Empolese Valdelsa. La quasi totalità delle strutture presenti negli undici comuni può già contare su defibrillatori e personale in grado di usarlo in caso di necessità, con attestato Bls conseguito al termine di corsi organizzati sempre più spesso dalle associazioni di volontariato. Insomma, facile capire che gli obblighi a carico di chi gestisce gli impianti sportivi sono assai aumentati. Il primo: procurarsi un defibrillatore, il cui costo medio si aggira sui mille euro. E poi formare dirigenti e allenatori in grado di usarlo.

«Purtroppo nel calcio gli incidenti di una certa gravità in campo avvengono con sempre più frequenza, perché si tratta di uno sport che richiede uno sforzo cardiocircolatorio importante», spiega il presidente del Santa Maria, Giuseppe Pignatello. «La mia società dispone dell’apparecchio medico già da più di due anni e abbiamo almeno sette persone, tra dirigenti e allenatori, che hanno le competenze e l’attestato specifico per adoperare il Dae». Spostandoci in Valdelsa troviamo un altro esempio virtuoso: è quello del Gambassi calcio, come ci racconta il dirigente Marco Manganiello. «Al campo sportivo di Casenuove il defibrillatore c’è già dallo scorso anno grazie a una donazione fatta dall’associazione onlus Riccardo Neri e Alessio Ferramosca. Sarebbe da incoscienti non disporre di uno strumento troppo spesso imprescindibile per salvare una vita umana. Obbligare i più negligenti a dotarsi del defibrillatore è, in fondo, una buona cosa».

Chiudiamo con l’Use Basket di Empoli e l’Aspd Montelupo di volley per dare un’idea di come lo sport locale sia riuscito ad adeguarsi a quanto richiesto dal decreto della Regione Toscana. «Abbiamo un defibrillatore grazie a una donazione fatta alla società qualche anno fa dalla Misericordia di Empoli e da Cabel», sottolinea il direttore generale dell’Use Marco Mainardi. «Pensate che ben venti persone hanno partecipato sia al corso che all’aggiornamento per l’uso di questo strumento». Stesso discorso vale per la società di pallavolo valdarnese: «Qui non manca né lo strumento medico, né chi sappia adoperarlo», racconta l’allenatore Mauro Innocenti. Così il binomio sicurezza-sport pare in qualche modo funzionare. Con un defibrillatore in più, ma che nessuno considera di troppo.