Da Cerreto alla Grande Mela: «Io ci credo nel made in Italy»

Giovane stilista emergente volerà a New York per la ‘Fashion Week’

Edoardo Gradi nel suo atelier di Cerreto Guidi

Edoardo Gradi nel suo atelier di Cerreto Guidi

Empoli, 29 luglio 2015 - DA CERRETO GUIDI a Firenze e poi a New York per la «Fashion Week» di settembre. Concedendosi anche parentesi, più o meno lunghe, a Londra, la sua città ispiratrice. Tutto nel segno della moda e del suo «Wear your way of life», una filosofia di vita, diventata il marchio della sua linea di abbigliamento uomo-donna.

E’ la storia di Edoardo Gradi, 27 anni, cerretese doc, un diploma di informatica conseguito al “Ferraris-Brunelleschi” di Empoli nel cassetto, creatività e voglia di mettersi in gioco da vendere. Tanta da proiettarlo, a un paio d’anni dall’apertura di «WYWoL», punto vendita monomarca a due passi dalla Stazione Leopolda a Firenze, sulle passerelle che contano. «E’ nato tutto in negozio – racconta il giovane imprenditore, seduto sul bancone da lavoro del suo laboratorio nel cuore di Cerreto Guidi – Un giorno di pioggia è entrato un editor di «Uomo moderno magazine», una rivista americana. Ha dato un’occhiata in giro, mi ha fatto i complimenti per la collezione e ci siamo salutati, scambiandoci i contatti. Poi è arrivato l’invito per partecipare all’evento organizzato dal magazine in occasione della New York Fashion Week».

CUTTING Room, 11 settembre. Un luogo e una data che potrebbero significare molto per il 27enne, consulente di moda per «far quadrare i conti, cosa non facile in un contesto economico a dir poco complicato» ammette. La collezione c’è, «ed è pronta a raccontare il mio concetto di moda – mette in chiaro – Non guardo le sfilate, non voglio essere contaminato.

La mia non deve sembrare la linea economica di qualche grande firma. I miei capi sono caratterizzati da stampe e concezione del colore ben precise. Da una lavorazione a capo finito che parte da intramontabili ‘pezzi’ vintage». I Levi’s 501, jeans senza tempo, nelle mani del giovane creativo che, dopo qualche anno di gavetta in aziende del territorio, ha deciso di scommettere tutto su se stesso, diventano una tela sulla quale giocare con disegni e colori, «così da creare un capo unico. Un esempio di ‘Street style’, da inserire nei book di ricerca, con una peculiarità imprescindibile: il made in Italy», precisa Gradi alla continua ricerca di spunti da cui trarre idee per le collezioni.

«Anche New York sarà un’esperienza formativa. Vedere le facce di chi osserverà la mia sfilata è il primo passo per crescere. Un vero e proprio punto di partenza».