Quattro furti subiti in un anno. Il triste record del bar Duca d’Aosta

Il locale di Castelfiorentino è perseguitato dai ladri

Un ladro

Un ladro

Castelfiorentino, 24 marzo 2017 - In poco più di un anno sono saliti a quattro i furti subiti. E’ un record nerissimo che spetta al Bar Duca d’Aosta di Castelfiorentino, un locale che non trova pace. Lo sa bene il titolare Sauro Pettinari che anche ieri mattina all’alba si è trovato di fronte uno scenario da battaglia. «I ladri hanno spezzato illucchetto che avevo messo a protezione della porta – spiega il barista –. Non avevo ancora avuto modo di cambiarla da dicembre scorso, quando subii il terzo furto. Proprio mercoledì era venuto il fabbro a fare il sopralluogo». Ma i ladri sono arrivati prima della porta nuova. A quanto pare, nel cuore della notte, si sono infilati nel locale, dirigendosi a colpo sicuro alle slot machine: ne hanno aperte due e sono fuggite con il denaro contenuto al loro interno.

«Hanno rovistato un po’ ovunque – precisa Pettinari – Hanno preso anche un barattolo in cui tengo pochi spiccioli per fare i resti. Ma ciò che li invoglia a entrare sono sicuramente le slot machine. Ogni volta che sono entrati nella mia attività hanno messo le mani addosso a quelle, scassinandole e svuotandole».

La tabella di marcia dei banditi, di casa ormai al Duca d’Aosta, racconta di un primo raid nella notte tra il 2 e il 3 novembre 2015, di un secondo a inizio marzo 2016 e un terzo a inizio dicembre scorso. Porta forzata, locale sotto sopra, macchinette sfasciate: un copione già scritto e ripetuto a menadito di volta in volta.

Quindi, una domanda sorge spontanea: togliere le slot dal locale? «Ci ho provato, ci ho provato eccome – spiega Pettinari, ancora alle prese con il locale da sistemare a dovere –. Ho appena finito di parlare con il commercialista: purtroppo, essendo ricevitoria Snai e Sisal, ci sono vincoli contrattuali strettissimi. Pensare di recedere è impossibile. Allo stesso modo, è impensabile rinunciare al lato ‘ricevitoria’ dell’attività: tanto varrebbe chiudere i battenti, senza Superenalotto, servizio riscossione bollette e via di seguito». E dunque, «C’è poco da fare: si va avanti, stringendo i denti. Finché si può e finché ci si fa».