"Il mio plastico monumentale è nato dall'amore per mio figlio" / VIDEO

E' il San Filippo: 50 metri quadrati di paesaggi e treni in movimento

Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Gambassi Terme, 23 febbraio 2017 - Borghi brulicanti di vita. Una montagna innevata che si staglia, imperiosa. Carabinieri e ambulanza impegnati in un intervento. L’aria frizzante del Luna Park con le sue giostre, il piccolo stadio di calcio, la funivia e il supermercato. C’è tutto, come in un momento di quotidianità ritratto all’improvviso. Ma i protagonisti di questo «fermoimmagine» incantato e così pieno di dettagli sonoi treni. Ben 16, riprodotti in scala 1:87 e perfettamente funzionanti. Dieci di questi in grado di azionarsi e muoversi sulle rotaie contemporaneamente. Il plastico ferroviario «San Filippo» somiglia a un microcosmo incantato, dove il tempo sembra essersi fermato e i visitatori restano a bocca aperta. E sono tanti quelli che lo visitano di persona ma anche lo scelgono sui social: sono quasi 3.000 gli amici della pagina facebook.

Il plastico ferroviario «San Filippo» è arte nata per gioco, ma anche e soprattutto soddisfazione e salvezza per il suo autore, Paolo Bartali, 57 anni, di Badia a Cerreto in comune di Gambassi Terme. Bartali, per quale motivo ha chiamato il plastico «San Filippo»? «Ho scelto di dare all’opera lo stesso nome di mio figlio. L’idea di costruire 50 metri quadrati di plastico in questo magazzino sotto casa nasce con lo scopo di creare un’occasione di divertimento proprio per il mio Filippo. Poi la passione per il modellismo mi ha preso la mano».

E’ quindi l’amore per suo figlio ad aver alimentato il suo estro?

«Senza dubbio l’affetto smisurato per Filippo è stato fondamentale per realizzare il plastico, ma anche la voglia di trovare riscatto da una situazione lavorativa difficile ha giocato un ruolo importante».

Può spiegarci come?

«Ho sempre avuto la passione per il mondo del modellismo. Da bambino andavo con mio padre a vedere il plastico realizzato da un suo amico. Ma il San Filippo prende vita nel 2011, quando il mio lavoro comincia a scricchiolare e a creare problemi. Faccio l’operaio nel settore della camperistica e da allora, fino al 2015, ho vissuto in cassa integrazione. Allora mi son detto: io non mi abbatto, mi butto anima e corpo sul mio sogno, realizzo il mio plastico ferroviario».

Ma la sua creazione può dirsi conclusa? E quando è visitabile?

«No, non è finita qui. Con gli amici Alessandro Pistolesi e Alessio Mancini, che dal 2014 mi stanno dando una mano nella realizzazione del San Filippo, abbiamo in mente un progetto ambizioso: ottenere il fondo accanto al magazzino dove ora si trova il plastico, proprio per ampliarlo. Il San Filippo comunque è visitabile ogni sabato pomeriggio fino ad aprile. Sono tanti i bambini rimasti a bocca aperta dopo le visite».