Scacco alle cosche della ’ndrangheta. Inchiesta nata da un imprenditore empolese

Nell’inchiesta ‘Vello d’Oro’ della Direzione distrettuale antimafia di Firenze risultano 18 indagati

I procuratori Cafiero De Raho (Antimafia nazionale) e Creazzo (Firenze)

I procuratori Cafiero De Raho (Antimafia nazionale) e Creazzo (Firenze)

Empoli, 20 febbraio 2018 - E’ partita dalla coraggiosa denuncia di un imprenditore empolse del settore conciario l’inchiesta che ha portato a sgominare un’organizzazione criminale legata alla ’ndrangheta e operante fra il nostro territorio e la Calabria. L’uomo si era infatti rivolto all’organizzazione per avere in prestito a usura 30mila euro, che avrebbe dovuto restituire il giorno dopo averli ricevuti con un interesse del 17%.

Invece non ci era riuscito e così, dopo aver trovato la sua automobile incendiata ed essere addirittura stato sequestrato per costringerlo a rendere i soldi, l’imprenditore aveva trovato il coraggio di sporgere denuncia ai carabinieri. Nell’inchiesta ‘Vello d’Oro’ della Direzione distrettuale antimafia di Firenze risultano 18 indagati di cui 14 arrestati (11 in carcere e 3 ai domiciliari) con ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Paola Belsito per ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio ed auto riciclaggio, esercizio abusivo dell’attività del credito, emissione di false fatture; contestata anche l’aggravante del metodo mafioso.

Tra i destinatari delle 14 misure cautelari emesse dal gip, Cosma Damiano Stellitano, 53 anni, nato a Melito Porto Salvo ma residente a Vinci, Andrea Iavazzo, 65 anni, nato a Fucecchio e residente a Pistoia, e i santacrocesi Maurizio Sabatini, 58 anni, Giovanni Lovisi, 64 anni, e Lina Filomena Lovisi, 33 anni. Ai domiciliari sono invece finiti gli imprenditori Alessandro Bertelli, 45 anni, di Empoli, Filippo Bertelli, 49enne di Fucecchio, e Marco Lami, 59 anni, di Santa Croce.

L’inchiesta – coordinata dai sostituti procuratori Ettore Squillace Greco e Giuseppina Mione e condotta da duecento investigatori fra carabinieri e finanzieri – ha svelato meccanismi di riciclaggio di capitali ‘sporchi’ di cosche della ’ndrangheta della provincia di Reggio Calabria con imprese del distretto del cuoio, nelle zone di Fucecchio e Santa Croce sull’Arno. Secondo gli inquirenti si tratta di società conciarie sane i cui imprenditori avrebbero preso accordi con esponenti in Toscana della ’ndrangheta per rafforzare la liquidità e per ottenere vantaggi sull’Iva, tramite il pagamento di false fatture per operazioni commerciali inesistenti. Il denaro ottenuto dagli esponenti della ’ndrangheta in Toscana sarebbe provento di illecito e veniva rimborsato a un tasso usurario medio del 9,5%.

r. e.