L'azienda riparte dopo l'incendio. E offre una colazione per dire grazie

La "Maltinti" rinata a tempo di record dalle ceneri

Inaugurazione del forno alla Maltinti Lampadari. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Inaugurazione del forno alla Maltinti Lampadari. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 19 luglio 2017 - «In venti giorni abbiamo rimesso in piedi tutto, ora testa bassa e pedalare. Noi siamo una media azienda fatta di grandi persone». Renzo Maltinti, patron della Maltinti Lampadari, guarda le pareti di nuovo bianche del settore verniciatura della sua azienda in Carraia a Empoli, stringe mani e sorride. Il peggio è passato: le cicatrici dell’incendio scoppiato il 21 giugno sono quasi guarite, «grazie all’impegno di tanti, a partire dai miei dipendenti», sottolinea con orgoglio l’imprenditore, assai noto anche nel mondo del ciclismo. Ieri mattina nel cortile della ditta nata 46 anni fa, ha organizzato una colazione di ringraziamento per chiunque abbia contribuito alla ‘ricostruzione’. C’erano il vicesindaco Franco Mori con l’assessore Fabrizio Biuzzi, il presidente della Banca di Cambiano, Paolo Regini con il dg Francesco Bosio, operai di ieri e di oggi e pure i vicini di ‘casa’ della ditta che produce lampadari apprezzati in Italia e all’estero. «Abbiamo invitato tutti coloro che ci sono stati vicini – racconta Maltinti – Certi eventi fanno venire brutti pensieri.

A caldo, pensi anche che forse è arrivato il momento di mollare. Ma poi rifletti un attimo, ti rimbocchi le maniche e via». A far scattare la molla, oltre al pensiero di un’azienda alle soglie del 50esimo anniversario, «i miei figli, Roberto e Cristina. Fin dai tempi delle scuole, se qualcuno chiedeva loro “Che lavoro vuoi fare da grande?”, rispondevano “Quello del babbo”. Finché ci sarà la salute, andrò avanti con loro». C’è commozione nel ricordo, c’è emozione nel guardare le pareti annerite da «un rogo che ha provocato danni ingenti, ma per fortuna non ha fatto feriti» tornate come nuove. Il 21 giugno sono andati distrutti tra l’altro circa 300 lampadari già pronti, «mancava solo la rifinitura», forno, macchine del reparto verniciatura e parte dell’impianto di aspirazione. Un brutto colpo, ma non ‘fatale’. «Siamo riusciti a evadere le urgenze, riattivando una piccola cabina – spiega l’imprenditore empolese – Nessuno dei dodici dipendenti è rimasto un giorno a casa. E poi i fornitori sono stati una forza. Piano, ma abbiamo lavorato: in un’ora si faceva il 10 per cento della produzione ‘normale’». Una linea ripartita a pieno regime in questi giorni. «E con un’attenzione ancora maggiore alla sicurezza – ci tiene a sottolineare Maltinti – Il nuovo impianto ha dispositivi di ultima generazione per evitare nuovi rischi».