‘Cicciaio’ scomparso: «Indagate fra la criminalità»

La famiglia incontra gli inquirenti e le autorità chiedendo nuovo impulso alle indagini

Pier Luigi Bellucci

Pier Luigi Bellucci

Limite sull'Arno, 4 maggio 2016 - «E’ importante che le indagini vengano accelerate, guardando anche al mondo della microcriminalità locale. L’attenzione non deve calare». E’ l’appello di cui si sono fatti portavoce l’avvocato Nicodemo Gentile, in qualità di presidente di Penelope Toscana, e la collega Daica Rometta, legale dell’associazione che si occupa delle famiglie di persone disperse. Nei giorni scorsi, hanno incontrato il pm Daniela Cento, ieri il viceprefetto di Firenze, Anna Maria Santoro. Entrambi, Gentile e Rometta sono al fianco della famiglia di Pier Luigi Bellucci, per tutti il Cicciaio: del 62enne sparito nel nulla il 18 marzo scorso, non vi è ancora traccia e c’è il timore che il mistero resti tale. Non sono serviti l’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco, scesi a scandagliare le acque dell’Arno nei primi giorni dopo la scomparsa, né il fiuto infallibile dei cani molecolari dei carabinieri del centro cinofili di Firenze. Di Pier Luigi nemmeno l’ombra: rarele segnalazioni arrivate, nonostante gli interventi di trasmissioni tv Rai come ‘La vita in diretta’ e ‘Chi l’ha visto?’.

«Ogni giorno che passa per l’anziana madre di Pier Luigi, per i fratelli, il figlio e i familiari, è una tragedia nella tragedia. Per questo motivo – spiegano gli avvocati Gentile e Rometta – abbiamo deciso di incontrare il vice prefetto, insieme ad Andrea, il fratello dello scomparso, per chiedere di non far calare l’attenzione su questo caso. Chi sa deve parlare. Pier Luigi era una persona buona e in passato, anche pochi mesi fa, aveva avuto piccoli screzi con alcuni tizi invischiati in giri di spaccio: era amico dei giovani e non tollerava chi cercava di metterli nei guai». Uno spiraglio nuovo attraverso il quale osservare una storia che si è tinta di giallo con il passare dei giorni, ormai 47. Con la famiglia decisa a considerare come ultime ipotesi possibili, allontanamento volontario e gesto estremo.

«Ribadiamo la nostra assoluta fiducia e gratitudine nei confronti di istituzioni e forze dell’ordine – continuano i rappresentanti dell’associazione Penelope Toscana – ma c’è una famiglia che vive un autentico dramma, serve l’aiuto di tutti: basta voci, chi ha informazioni si rivolga ai carabinieri, alla famiglia, all’associazione: dobbiamo abbattere l’omertà. Perché in un paese piccolo come Limite sull’Arno, dove Pier Luigi era conosciuto da tutti, non è reale che nessuno abbia visto». Parole ribadite anche davanti alle telecamere dai familiari del Cicciaio, che nelle settimane scorse si sono rivolte pure a un medium. Ma al momento per il giallo di Limite, la svolta sembra essere ancora lontana.