Bitossi: «Centro decadente e sporco»

L’ex campione di ciclismo festeggia Nibali, poi punta il dito contro le cose che non vanno in città

Franco Bitossi, campione del pedale

Franco Bitossi, campione del pedale

Empoli, 28 luglio - La vittoria di Vincenzo Nibali al Tour de France ha fatto battere tanti cuori. Ma quello «matto» di Franco Bitossi non ha avuto particolari accelerazioni. Lui, che ha corso fino a 38 anni vincendo più di 150 gare pur dovendo convivere con una tachicardia parossistica, lo sapeva. «Nibali non è una sorpresa, ma una conferma — commenta Bitossi — E’ cresciuto gradualmente e dopo le vittorie di Vuelta e Giro, con il Tour ha coronato la sua naturale maturazione fisica». 
Prendiamo spunto dall’impresa dello «Squalo» siculo-toscano e dalla partenza (ieri mattina) dell’87esima edizione del Giro della Toscana da Empoli (che Bitossi ha vinto nel 1968) per fare parlare di ciclismo ma non solo (anzi) con il campione nato a Camaioni (Montelupo) ma empolese da molti anni.
 
 
Vedendo Nibali a quale campione del suo tempo lo paragonerebbe?
«A Gimondi, ma lui andava più forte sul passo. Forse a Motta, ma Gianni era più veloce. Nibali? E’ Nibali. Ha le sue caratteristiche: è un corridore completo, forte su ogni terreno, con la vittoria al Tour ha rilanciato il ciclismo italiano». 
Il mondo delle due ruote fa ancora parte della vita di Franco Bitossi? 
«Seguo le gare in tv, ogni tanto salgo in sella e faccio 30/40 chilometri, senza fretta. Gli inviti alle feste spesso li declino perché da alcuni anni la mia grande passione sono le bocce (un titolo italiano, oltre alle sei maglie tricolori con la bici, ndr) che mi impegnano molto soprattutto il fine settimana». 
E quando non è alla bocciofila? 
«Faccio il contadino. A Camaioni ho un pezzo di terra con diversi ulivi: lo scorso hanno ne ho potati una cinquantina. Poi pulisco gli argini del fiume e cerco di mantenere in buone condizioni il ponte sull’Arno...». Il cosiddetto ‘ponte di Bitossi’», per l’appunto, è quello che, si racconta, nel 1974-’75 fu realizzato dai tre comuni dov’è racchiusa la frazione di Camaioni, ovvero Montelupo, Carmignano e Capraia e Limite, come ‘regalo’ a Bitossi che per raggiungere la strada principale si traghettava con un barca, insieme alla bici, al di là del fiume.
Vive a Empoli da anni. Come le sembra? 
«Molto cambiata rispetto al passato: il centro è decadente, troppo accattonaggio e maleducazione in giro. Non c’è rispetto. Ogni giorno si assiste a scene di inciviltà tra chi getta cicche e rifiuti per terra a chi va in bicicletta sui marciapiede o contro senso, fino a chi parcheggia in divieto di sosta».
Cosa suggerirebbe di fare? 
«Se fossi un amministratore sarei severo: più controlli e multe ai trasgressori. E lavorerei sull’educazione dei giovani. In famiglia si danno i valori, ma poi scuole e istituzioni devono fare la loro parte».
E per lo sport cosa farebbe? 
«A Empoli si praticano molte discipline, ma soprattutto a quelle meno popolari bisognerebbe dare più attenzione. La partenza del Giro della Toscana professionisti ha dato per un giorno lustro alla città: è un buon inizio». 
Il calcio: seguirà l’Empoli in serie A?
«Certo: fino a 5-6 anni fa andavo anche allo stadio e quest’anno ci tornerò. Il calcio mi piace. Sono un tifoso anche della Juventus».
E quando ci sarà Empoli-Juve? 
«Spero in un pareggio...». 
 
Irene Puccioni