Una domenica a prova di bomba

Il commento

Davide Costa

Davide Costa

Pistoia, 29 luglio 2016 - «BOMBA o non bomba noi arriveremo a Roma», cantava Antonello Venditti nel 1978. Domenica oltre 19mila pistoiesi non andranno a Roma ma, per via di una bomba della seconda guerra mondiale rinvenuta nei giorni scorsi nel corso di alcuni scavi, dovranno comunque uscire di casa e lasciare libera un’area di otto chilometri quadrati intorno all’ordigno inglese da 250 libbre. Secondo gli esperti ci troviamo davanti a una delle più grandi evacuazioni mai effettuate in Toscana. La città aspetta il «d-day» con una certa tranquillità: c’è chi contesta le imponenti misure di sicurezza e giura che non si muoverà da casa («tanto se la bomba doveva scoppiare lo avrebbe già fatto»).

Non mancano le difficoltà connesse a un’operazione di questa portata. Non ultimo il fatto che in poco meno di tre ore dovranno essere evacuati oltre cento malati cronici che vivono nelle abitazioni dell’area considerata a rischio.

LA MACCHINA organizzativa si è messa subito in moto per cercare di ridurre al minimo i disagi: azienda sanitaria, Comune, prefettura, forze dell’ordine, tecnici. Anche il mondo del volontariato ha subito risposto all’appello, mettendo a disposizione centinaia di persone e decine di mezzi. Nonostante, è bene ricordarlo, le operazioni di disinnesco e la conseguente maxi evacuazione si tengano l’ultima domenica di luglio. Quello stesso volontariato che non dice mai di no quando si tratta di coprire i turni in ambulanza, che non si tira indietro quando c’è da intervenire in un’emergenza di protezione civile. Un mondo fatto di persone che sottraggono il loro tempo agli affetti anche in una domenica di fine luglio. E alle quali è giusto che vada il nostro grazie.