Insulti su Facebook, 150 indagati. Tutto nato dalla querela del sindaco

Gli indagati (operai, casalinghe, studenti) stasera si riuniscono all’Aurora

Odio via Facebook (foto Gianluca Moggi/New Pressphoto)

Odio via Facebook (foto Gianluca Moggi/New Pressphoto)

Scandicci (Firenze), 8 febbraio 2017 - Molti non avevano neanche idea che il loro commento su Facebook – colorito è dir poco – li portasse dentro una caserma di polizia giudiziaria. Con il risultato poi di finire indagati per istigazione all’odio razziale, minacce, diffamazione. Accuse pesanti per gente normale. Operai, casalinghe, studenti. Tutti finiti nel calderone dell’inchiesta della Procura fiorentina scaturita dall’esposto del sindaco di Scandicci, Sandro Fallani. Rischiano, ai sensi della legge Mancino del 1993, sino a un anno e mezzo di reclusione, o 6mila euro di multa.

Si ritroveranno stasera all’Aurora in una riunione per contarsi e capire quali siano i possibili sviluppi della vicenda. Tra i promotori dell’incontro c’è il consigliere comunale della Lega Leonardo Batistini.

Gli esposti del sindaco Fallani riguardano infatti commenti relativi a tre post da lui pubblicati su Facebook nei mesi scorsi. Il primo riguarda la protesta di migranti all’Abetone, il secondo ritrae alcune senza fissa dimora che dormono nella biblioteca comunale, il terzo è relativo alla polemica sul centro migranti a Casellina. Post diventati virali, con centinaia di commenti. Alcuni di questi erano pesanti, tanto da scatenare non solo l’esposto - querela del sindaco, ma anche l’immediata presa di distanze dello stesso Batistini: «Io non cancello mai nessun post ma se non li togliete voi quelli che inneggiano alla violenza, ci penso io. Non voglio perdere la faccia per alcuni commenti».

Nella delibera di giunta che ha dato il via all’esposto in Procura sono stati elencati tutti i post più oltraggiosi. Con frasi tipo «Al gas tutti quanti sono lì in Comune»; «...ci vorrebbe un bel campo di detenzione stile Guantanamo, per fargli passare la voglia. In confronto i campi di concentramento erano dei resort per le vacanze!»; «Bravo... alle docce!!!»; «Io sono sempre per un bel falò in Comune chi c’è c’è». E ancora: «Io farei di meglio, li userei come cavie da laboratorio per testare i farmaci... perché testarli sugli animali? Se servono gli uomini testiamoli sugli uomini»; «Arrotateli»; «Ma un bel furgone e metti tutti sotto no?»; «Una bella schiacciasassi!»; «Ma finitela colle proposte e iniziamo colle fucilate».

A fronte di queste frasi esecrabili, ce ne sono altre di tenore più goliardico. Nella delibera di giunta che dava mandato al sindaco di presentare querela, si indicavano 26 commenti, ma evidentemente nel corso dell’inchiesta la Procura ha vagliato molte più posizioni, tanto che sarebbero circa 150 le persone che alla fine saranno passate davanti alla polizia e ai carabinieri incaricati di raccogliere tutte le testimonianze. C’è da dire che il pm Benedetta Foti, titolare dell’inchiesta, dopo aver vagliato le varie posizioni può chiedere al giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio o l’archiviazione per gli autori dei commenti a seconda della gravità dei contenuti.

"Intasare le aule di tribunale per una cosa di questo genere – commenta ora Batistini – è una cosa davvero assurda; forse il sindaco aveva di meglio da fare, tipo governare meglio la città, offrendo ai cittadini servizi in più e una maggiore cura di Scandicci".

Di tutt’altro parere invece il primo cittadino Sandro Fallani: "Abbiamo letto per giorni frasi dai toni irripetibili, usati da un numero costante di persone. Volevamo dare un messaggio di cambiamento, di rispetto istituzionale. Ci abbiamo pensato a lungo, ma alla fine della questione, il ripetersi di questi comportamenti lo abbiamo ritenuto inaccettabile per una comunità come la nostra".