Viareggio, coprifuoco alla stazione

Il commento

Beppe Nelli

Beppe Nelli

Viareggio, 22 ottobre 2016 - Se arrivate a Viareggio in treno dopo le 19,30, uscendo dalla stazione troverete chiuse parecchie attività della prospiciente piazza Dante e all’inizio della centrale via Mazzini. Due zone dove i viareggini stanno lasciando case e negozi causa scarsa vivibilità. Il commissario prefettizio Stelo che guida il Comune ha ordinato a undici pubblici esercizi frequentati da immigrati, tra cui un kebab e una macelleria islamica, di calare le saracinesche da quell’ora alle 6 del mattino. Per ragioni di sicurezza urbana e pubblica incolumità, le stesse che fanno chiudere il buffet della stazione un quarto d’ora dopo l’arrivo dell’ultimo treno serale. La causa: anni di risse, accoltellamenti, spaccio, scippi, furti sulle auto, aggressioni agli automobilisti fermi al semaforo.

Reati commessi da stranieri che chiamare immigrati sarebbe ingeneroso verso chi viene in Italia in cerca di lavoro. Clandestini, magari espulsi e ritornati, per lo più “già noti alle forze dell’ordine”. Delinquenti abituali che sguazzano nei varchi giuridici dello Stato buonista. Per contrastare questa specie di Bronx il commissario ha ordinato il parziale coprifuoco del quartiere, limitato alle attività già sanzionate dalla questura, e ai locali che attraggono malavitosi d’importazione. Da anni mezza città protesta, chi vive in piazza Dante ha paura a uscire dopo il tramonto, blitz e arresti sono quasi quotidiani. Ma per i delinquenti non c’è la dura lex. Poliziotti e carabinieri si ritrovano davanti le persone che hanno arrestato il giorno prima. Il codice prevede denunce a piede libero, mini condanne con immediata scarcerazione, figuriamoci i decreti di espulsione consegnati a mano al microcriminale che dovrebbe andarsene sua sponte. I gestori delle attività colpite minacciano ricorsi al Tar. Ma a Viareggio nemmeno la sinistra radicale ha osato protestare contro questa misura draconiana.