La fiducia tradita

Il commento

Firenze, 9 settembre 2017 - Spetta ad altri il compito di stabilire i fatti, sancendo ciò che è avvenuto con la certezza d’inappellabili sentenze. A noi rimane il disagio di una fiducia comunque tradita. Il solo mettere in discussione certe istituzioni aggrava, se mai possibile fosse, il senso di incertezza che ci pervade.

Non abbiamo vissuto anni facili. E i momenti che si susseguono oggi frenetici, paiono ancora più difficili. I sostegni per aggrappare speranze diventano sempre più rari giorno dopo giorno. Sentire il disagio alleviarsi nel vedere un’auto blu con le strisce rosse e i lampeggianti, era un fatto assodato. Non riesco a mettere in relazione l’immagine della nostra sicurezza con il bieco approfittarsi della debolezza di due ragazze. Ancora mi auguro che i fatti si siano svolti diversamente da quanto recitano i capi d’accusa. Se invece la violenza fosse confermata, la vergogna ricadrebbe su tutta la nazione che credeva con affetto a quelle divise.

Le stesse che, recita l’accusa, indossavano i due militari in servizio mentre si accingevano alla violenza. I carabinieri sono gente stimata, pronta a correre rischi per salvaguardare la nostra incolumità. Sono padri di famiglia prodighi di consigli nelle stazioni più irraggiungibili. Casi isolati, per quanto gravi, non possono far franare un baluardo della società, altrimenti potremmo davvero trovarci vicini al fondo del barile. Guardatevi attorno e indicatemi un appiglio abbastanza saldo da sopportare il peso dei dubbi e degli orrori di ogni giorno. Inutile cercare tra le scartoffie di una politica bisunta, nella corruttela dei pubblici servizi, nelle corse agli armamenti che fanno tremare il mondo. Loro c’erano sempre, nell’immaginario di noi tutti, a vegliare sulle notti dei nostri figli e sulla nostra quotidiana tranquillità. Pronti spesso a sacrificarsi per l’onore di quella divisa che nessuno deve insozzare di vergogna.