Palme a Milano, quanta ideologia

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 24 febbraio 2017  - Caro direttore, il colmo dell’insipienza e della stupideria sono le palme a Milano. E così abbiamo anche la flora dell’Africa e presto avremo anche la fauna e i leoni. Ideato dai soliti comunisti che in nome dell’internazionalismo proletario, ora mutato in globalizzazione, intendono mettere tutti insieme.

G. Bertei, La Spezia

Caro Bertei, la sua intemerata contro le palme in piazza Duomo mi pare superficiale. Per lo meno per gli argomenti che adopera. Le piazze di molte città italiane sono piene di palme (ha mai visitato piazza di Spagna a Roma?) e nessuno si è mai sognato di farla lunga con la globalizzazione, l’invasione degli stranieri, l’Africa, i leoni. Eppure, di certo, le palme non crescono nella campagna romana. La trovata di piazza Duomo è originale (essendo pubblicitaria quello era il suo scopo, e i comunisti non c’entrano) e può legittimamente non piacere (quando a Parigi eressero una piramide di cristallo davanti al Louvre ci fu la seconda rivoluzione francese) ma i discorsi che fa Lei, che suonano tanto Salvini, mi paiono strumentali. I problemi legati alla difesa e alla valorizzazione della nostra cultura sono un’altra cosa. Se mi permette più complessi di due palme.