Come evadere dall'assedio dei call center

Il commento

Cristina Privitera

Cristina Privitera

Firenze, 10 dicembre 2016 - Il telefono fisso, strumento in via di estinzione soprattutto nelle case di chi ha meno di 50 anni, si sta tasformando in una fonte di scocciature quotidiane, quelle chiamate pressanti di chi cerca di venderti qualcosa o convincerti che la sua offerta per la fonitura di gas o energia elettrica o wi-fi è la più conveniente. Fosse una telefonata al giorno, si potrebbe sopportare. Ma gli squilli si accavallano e non ti salvi. Dall’altra parte della cornetta voci giovani dall’italiano incerto e confuso, da call center disseminati in Albania ed Europa dell’Est dove il costo del lavoro è a buon mercato, tentano di avere la tua attenzione. Non è facile sganciarsi. E il giorno dopo,o quello successivo, ci riprovano. Se hai la sfortuna di aver deciso di cambiare gestore per un servizio, hai un’unica certezza: entrare nel girone infernale della persecuzione del gestore abbandonato.

Come salvarsi? Non è semplice, anche se qualche accorgimento c’è. Intanto iscriversi al registro delle opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it) se il proprio numero di telefono è nell’elenco degli abbonati.

È un registro in vigore dal 2011 che consente di non ricevere più chiamate a scopi pubblicitari dai call center. Entro 15 giorni dall’iscrizione chi ha il vostro numero nelle proprie banche dati dovrebbe interrompere le chiamate. A novembre 2016 era iscritto un milione e mezzo di utenti. Funziona? Diciamo che aiuta, almeno a non subire più nuove telefonate anche se la regola è non dare mai l’ok in caso di sottoscrizione di qualsiasi contratto o acquisto all’utilizzo del proprio numero di telefono per scopi pubblicitari. Ma il fenomeno delle telefonate moleste assume proporzioni tali che servirebbero nuovi paletti normativi per proteggere la privacy, in particolare quella degli anziani, le vittime più appetibili per chi cerca di venderti qualcosa anche se non hai capito se ti conviene o meno acquistare.